Veneto «Auto-Strade», con Cav diventa holding
Modifica della legge istitutiva: si delinea una rete di salvataggio per la Pedemontana
Qualche riga pubblicata sul Bur veneto ieri. Scarna. Che potrebbe preludere, però, alla nascita dell’attesa holding autostradale del Nordest. Con un inserimento cruciale, seppur più volte smentito: la Pedemontana. La ratio è quasi lapalissiana. Lo studio sui traffici in grado di reggere l’architettura finanziaria della superstrada fra Treviso e Vicenza resta un possibile tallone d’Achille per il futuro della Regione che si è fatta garante, con il terzo atto convenzionale, del canone da onorare al concessionario. Facendo un passo indietro, nelle scorse settimane, l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti, ha lasciato intendere, commentando il bilancio in costante ascesa di Cav e del Passante, che la nuova Veneto Strade unita ad Anas potrebbe diventare il braccio operativo di Cav. A quel punto, la postilla che consente a Veneto Stade di gestire anche tratte autostradali a pedaggio solleva il velo di Maya dal disegno complessivo. Pedemontana dovrebbe riuscire a sostenersi finanziariamente ma, se così non fosse, palazzo Balbi ha tessuto una rete di sicurezza che permetterebbe di compensare con i pedaggi in crescita di Cav eventuali carenze di incasso sulla Pedemontana.
Nel dettaglio, la legge regionale firmata il 29 marzo e resa nota ieri sul Bur, modifica sostanzialmente due articoli della legge con cui nel 2001 si costituì Veneto Strade. E, dietro ai cavilli, si diceva, potrebbe celarsi la risposta al tormentone degli ultimi mesi: come sarà la holding autostradale del Nordest?
Andiamo con ordine. Veneto Strade, con le modifiche ufficializzate ieri, permette formalmente l’ingresso nella compagine societaria anche di «società a prevalente partecipazione pubblica operanti nel settore della mobilità». Si traduce semplicemente con Anas. E fin qui tutto bene. Nel disegno di riclassificazione delle strade venete, l’ingresso di Anas è cosa nota, mancano all’appello i pareri delle competenti commissioni di Senato e Camera e un ultimo passaggio in Consiglio dei ministri previsto entro il mese di maggio. Incuriosisce, di più la modifica all’articolo 1 che recita «La giunta regionale è autorizzata a costituire una società di capitali a prevalente partecipazione pubblica, di seguito denominata Società, che abbia ad oggetto la progettazione, l’esecuzione, la manutenzione, la gestione e la vigilanza di reti stradali» a cui ora si aggiunge «ed autostradali, anche a pedaggio, e di opere pubbliche di interesse regionale».
Qui la traduzione, in filigrana, parlerebbe di Pedemontana. O almeno così dicono, per il momento sottovoce, le voci di palazzo.