Picchetto dei risparmiatori a Roma Gli irriducibili oggi a palazzo Chigi
Incontro decisivo tra i tecnici del premier Conte e Arman-Ugone
Si incrociano nei palazzi romani del potere i destini dei 350 mila risparmiatori traditi dal default delle banche (Bpvi, Veneto Banca, Etruria, Bancamarche, Carichieti e Ferrara). La coincidenza temporale è plastica: ieri, il sit-in in piazza Montecitorio delle 17 associazioni favorevoli allo schema-Tria (il cosiddetto «doppio binario» per gli indennizzi), al grido di «avanti subito con il Fondo»; oggi, negli uffici della presidenza del Consiglio a palazzo Chigi, la convocazione dei rappresentanti delle due sigle irriducibili, Luigi Ugone (Noi che credevamo nell Bpvi) e Andrea Arman (Coordinamento don Torta), che, invece, si sono fieramente opposte al «doppio binario», nel nome del principio di uguaglianza fra tutti i truffati.
Chi la spunterà? A sentire il ministro dell’Economia, Giovanni Tria - che l’ha ribadito ancora l’altra sera, nel salotto televisivo di Porta a porta -, la sua sarebbe l’unica soluzione praticabile, a dispetto di ciò che pensano (e protestano) gli irremovibili del No: «Alla fine rimborseremo tutti - ha ribadito il titolare del Mef -: in modo automatico i risparmiatori con un patrimonio di titoli inferiore ai 100mila euro o con reddito sotto i 35mila; con una procedura di verifica semplificata gli altri, che sono comunque una piccola parte (il 10%). Per farlo ha ricordato Tria - dovremo modificare leggermente la legge di Bilancio, perché, così com’è, è in contrasto con la normativa europea e con quella nazionale». E questo è esattamente il punto di tutta la questione.
Anche il vicepremier Luigi Di Maio (M5S), schierato sin dall’inizio con Ugone e Arman per il «tutto a tutti», sta cominciando a spazientirsi: «L’obiettivo resta quello di scrivere la norma con il totale assenso delle associazioni ha ribadito anche ieri -, però dobbiamo muoverci, ci sono un milione di persone direttamente o indirettamente coinvolte. So che il Gabinetto del premier sta sentendo le associazioni per questo».
Il passaggio di oggi a palazzo Chigi con gli irriducibili, pertanto, diventa cruciale per arrivare a una soluzione praticabile. Dal fronte opposto dei risparmiatori, la friulana Barbara Puschiasis (Consumatori Attivi) esprime un auspicio: «Abbiamo saputo che le due associazioni che tengono in ostaggio il Fondo con la loro opposizione sono state convocate a un incontro dalla presidenza del Consiglio, per cercare di raccogliere anche il loro ok. Confidiamo che il premier sappia superare gli ostacoli e si assuma la responsabilità di dare una risposta concreta, subito».
In partenza, però, le posizioni restano notevolmente distanti: «Siamo delusi da come la trattativa è stata condotta - metteva in chiaro Arman sul Corriere del Veneto di ieri - e siamo pronti a ribellarci». A sostegno Ugone: «Se troviamo la quadra, bene; altrimenti non ce lo fa fare nessuno di accettare un cosa che non ci convince per niente. Se non altro, i due vicepremier si sono dimostrati coerenti nel mantenere la linea».
Nell’attesa del consulto finale, ieri la politica non poteva permettersi il lusso di rimanere indifferente al picchetto dei risparmiatori davanti alla Camera dei deputati. Sono usciti a incontrarli i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, dalla sinistra-sinistra a Forza Italia, «compresi il Movimento 5 Stelle con Alvise Maniero e la Lega con Dimitri Coin - ricorda Patrizio Miatello (Ezzelino da Onara) -: tutto il parlamento italiano, senza eccezioni, sollecita il governo ad attuare prestissimo il Fondo».