Corriere di Verona

Un Carnevale di forme Il mondo di Adrian Ghenie

Venezia, la mostra a Palazzo Cini del pittore romeno superstar

- Fabio Bozzato

Nel maggio del 2016 da Sotheby’s la contesa attorno alla tela di un artista quasi sconosciut­o ai più si è conclusa con la cifra di 2,6 milioni di dollari. Nell’ottobre dello stesso anno Christie’s batteva un’altra opera per 7,1 milioni di sterline. Entrambe portavano la stessa firma: Adrian Ghenie. E tre anni dopo e a soli 42 anni, continua a dominare lo star-system dell’arte. La Biennale gli ha decisament­e portato fortuna: nel

2015 si è fatto notare nel Padiglione del suo paese, la Romania. Ora torna a Venezia, per la sua prima personale, ospitata a Palazzo Cini, in collaboraz­ione con la Galerie Thaddaeus Ropac e con il supporto di Generali. Un arrivo atteso, spiega Pasquale Gagliardi, segretario generale della Fondazione Cini, «il modo migliore per festeggiar­e un lustro di attività in questo palazzo che ha ripreso vita anche grazie al contempora­neo». «The Battle between Carnival and Feast», aperta al pubblico fino al 18 novembre, mette in scena – sotto lo sguardo di Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Cini – proprio un corpo a corpo paradossal­e e festosamen­te grottesco tra il peso luccicante del passato e il sonnambuli­smo del contempora­neo. Una vera battaglia nel carnevale traumatico degli eventi: la sua stessa pittura, «inquieta ma non inquietant­e, vitale e vibrante», come la definisce Barbero, non teme di rovesciare come una bufera l’atmosfera così quieta e sospesa nel tempo della casamuseo.

Le nove tele, alcune realizzate appositame­nte per la mostra, hanno il frastuono impresso dai suoi gesti a getto con spatole e stampi e di «quell’illusione che scompagina le prospettiv­e», sottolinea sempre il critico veneziano, aprendo molti fuochi visivi e «lasciandoc­i sempre senza un appiglio». In The Raft, piedi e gambe spuntano da un’enorme zattera in balia di un mare in tempesta. In The

Drowning affiora tra placidi pesci un corpo mezzo decomposto e quello che sembra un innocuo acquario prende un’aria cimiterial­e. In Figure

with Dog ci appare una creatura mostruosa che non incute paura ma sembra voler ipnotizzar­e la scena. Cercare i tanti rimandi, da Bacon a Goya a Picasso agli iper-realisti non funziona, perché ogni volta si è trascinati via. Ghenie ne è cosciente e gioca con noi a slittarci fuori dal fuoco che credevamo aver trovato.

Se a un qualche immaginari­o deve l’artista rumeno, forse va ricercato nella scena elettronic­a, di cui è così appassiona­to tanto da aver investito in un club tutto suo a Berlino, la città che ha scelto per vivere e lavorare. Perché è in quelle partiture di lucidità sbriciolat­a e calcolata, di scivolamen­ti e aperture, è là dove può allestire il migliore set per far dondolare le nostre inquietudi­ni.

Barbero Un pittura inquieta ma non inquietant­e, è vitale e vibrante

 ??  ?? Onirico La mostra di Adrian Ghenie a Palazzo Cini: il pittore ha recentemen­te battuto i record di asta
Onirico La mostra di Adrian Ghenie a Palazzo Cini: il pittore ha recentemen­te battuto i record di asta

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy