«Autonomia, il nodo è l’istruzione»
La road map della riforma dopo i paletti del Tesoro: «Su alcuni punti manca l’intesa tra Lega e M5S» Il pressing del ministro Stefani: «I dubbi di costituzionalità? L’accordo con Tria c’è»
Autonomia, dopo la risposta, tranquillizzante, VENEZIA di Zaia, arriva anche quella di Erika Stefani: «Le parole di Tria andavano contestualizzate, non c’è alcun rischio di incostituzionalità sul fronte tributario». Ciò che Stefani conferma, però, è lo stallo con i ministeri dell’Istruzione («su cui non c’è accordo LegaM5S») ma anche dell’Ambiente, delle Infrastrutture e del Lavoro.
La scossa ad alto voltaggio sull’autonomia l’ha data il titolare del Mef, il ministero dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ipotizzando un problema di «costituzionalità» in materia tributaria. Il governatore Luca Zaia si è affrettato a fare il pompiere (meno, ieri, il suo omologo lombardo Attilio Fontana) ma a mettere la parola fine sull’ultima polemica è Erika Stefani, ministro alle Autonomie Regionali. La leghista vicentina fa presente che la bozza di intesa è stata concordata sin dall’inizio proprio con il Mef. E con tanto di pareri favorevoli proprio del ministero di Tria.
Ciò che resta, di due giorni tesi, è un paniere di tecnicismi che, ahinoi, sono il cuore del problema. Spesa storica, spesa media pro capite, fabbisogni e costi standard ma all’appello non possono mancare neppure i Lep, i livelli essenziali di prestazione. Val la pena ricordare cosa sono perché attorno a definizioni ed acronimi gira l’ambizioso progetto di autonomia del Veneto che porta con sé un profondo ripensamento dello Stato nel suo complesso.
La bozza di intesa prevede che per due anni le 23 materie che la Regione chiede di gestire autonomamente abbiano un contestuale trasferimento della «spesa storica» cioè di quanto si è speso negli ultimi anni, né più né meno. Lo step successivo è passare a un criterio intermedio: la spesa media pro capite su ogni singola materia. In parallelo, nel frattempo, lo Stato dovrà definire i Lep per tutte le materie ad eccezione della Sanità per cui ci sono già. Sulla base irrinunciabile dei Lep, previsti dalla Costituzione e dalla norma sul federalismo fiscale, una commissione ad hoc fisserà prima i fabbisogni e poi i costi standard. Ovvero quanto le Regioni sono tenute a spendere per erogare un dato servizio (la cui qualità si basa proprio sui Lep).
La lunga premessa è necessaria per sottrarre il dibattito sull’autonomia dal continuo rimpallo Lega-M5S sullo stallo in corso.
Ministro Stefani, Tria dice che sui tributi si rischia l’incostituzionalità...
«Le parole di Tria vanno contestualizzate, abbiamo lavorato con lui fin dal primo giorno, nella mia bozza è tutto perfettamente costituzionale. Abbiamo provveduto a una scrematura. Le faccio un esempio, i concorsi per la magistratura onoraria restano materia di competenza statale. Delle parole di Tria io sottolineerei, piuttosto, lo sdoganamento definitivo dell’autonomia come tema. La determinazione delle risorse da trasferire potrà essere fatta solo una volta determinate le competenze da trasferire. Quanto ai tributi, Tria ha ragione: tutto il comparto resta di competenza statale, il sistema della finanza dello Stato deve stare perfettamente in piedi».
Tria ha parlato anche dei Lep come premessa indispensabile per i costi standard, è così?
«La materia dei Lep è estremamente tecnica ed è normata dalla legge sul federalismo
fiscale, in più è prevista nella Costituzione. I Lep devono essere stabiliti necessariamente dallo Stato quindi con una legge». C’entrano quindi con l’autonomia?
«I Lep sono indispensabili per arrivare ai famosi fabbisogni e costi standard che nella nostra impostazione sono l’obiettivo cardine dell’autonomia. Con il risultato finale di un efficientamento dell’intero Stato essendo applicati a tutte le Regioni. Sarà un bene, vediamo ogni giorno che vi sono alcune Regioni che han
no dei vulnus, delle fragilità che devono essere superate. Il meccanismo dei fabbisogni standard passa attraverso i Lep, è un lavoro che deve essere incastrato insieme. È complesso, sì, ma se vogliamo veramente dare una luce nuova, un’impostazione nuova al nostro sistema Stato superando le criticità che non hanno trovato soluzione in tanti anni, lo dobbiamo fare». Chi lavorerà concretamente ai Lep? La Sose?
«Sose è la partecipata del Mef, l’ausilio tecnico alla Commissione fabbisogni standard che già li sta elaborando per gli enti locali, i Comuni ad esempio. Nella mia bozza è previsto che questa commissione parallela lavori in sinergia con il progetto autonomista per arrivare a redigere i fabbisogni standard».
La bozza però è ferma sul tavolo del consiglio dei ministri...
«Su alcune competenze, purtroppo, non si è trovato l’accordo con alcuni ministeri, sono punti nodali su cui occorre prendere delle decisioni. Così come sull’impianto generale è importantissimo il confronto con il parlamento». Le elezioni europee forse non aiutano.
«Il clima elettorale è più effervescente, è vero. Mi aspetto che dopo le Europee il tema dell’autonomia diventi prioritario»
Ha parlato di nodi da sciogliere con alcuni ministeri, quali?
«Resta da trovare un accordo fra Lega e M5S sui temi legati all’Istruzione. Sul tavolo, poi restano aperte alcune questioni in merito all’Ambiente, alle Infrastrutture e al Lavoro».
E le tensioni nella maggioranza aiutano altrettanto poco.
«Non vorrei fosse una parte del governo che pensa ci sia la crisi, noi dobbiamo andare avanti e dare risposte al Paese che non vuole litigi e insulti, vuole risultati».