Corriere di Verona

Chievo, colpo all’Olimpico Vignato mette a terra la Lazio

I gialloblù timbrano la vittoria, apre le danze un gol del gioiello veronese

- Matteo Sorio

Ecce Vignato. Nel bel mezzo delle tenebre, approfitta­ndo di una Lazio all’apice del proprio masochismo, il Chievo scopre la fiamma sbarazzina del suo baby più intrigante. Diciotto anni e sette mesi, il primo gol tra i «big» del trequartis­ta della Valpolicel­la e il più giovane marcatore nella (tramontant­e) storia gialloblù in A.

Un autoritrat­to: controllo, finta, mezzo esterno nell’angolino. Cioè il mix di tecnica e velocità di pensiero che Vignato trasudava già da piccolo nell’Asd Pieve San Floriano, la squadra di paese da cui il Chievo — all’epoca il numero uno del vivaio era Costanzi, migrato all’Atalanta nel 2014 insieme al ds Sartori — lo prelevò per avviarlo alla trafila dai Pulcini. Proprio mentre retrocede, un Chievo arroccato ma per una volta cinico vive a Roma, cogliendo la sua seconda vittoria stagionale, la giornata forse più frizzante. Succede dentro una partita brutta fino all’intervallo, tra contenimen­to sfrenato e uno Strakosha inoperoso. Una partita, per molti versi, stravolta da una Lazio in dieci per un’ora (calcione di Milinkovic Savic a Stepinski), svegliatas­i con l’ingresso di Correa (palo nel recupero) e illusa da un affondo di Caicedo, primo avversario su cui cade il debuttante Semper: 21 anni, in prestito con diritto di riscatto (1.5 milioni) dalla Dinamo Zagabria, il portiere croato si è fatto apprezzare più tra i pali che in uscita.

Una partita, forse, figlia pure del karma, se pensiamo che la Lazio, big più bastonata dal club della Diga, con il Chievo alla porta si è spesso consegnata ai demoni: sei vittorie clivensi e sette pari all’Olimpico. È stata comunque, al netto dell’orgoglio e del decisivo raddoppio di Hetemaj, la partita di Vignato. Terza da titolare, dietro le punte nel 43-1-2, movimento, buoni tocchi e poi quell’acuto che, per gli archivisti, ricorda come tra i precoci di A il veronese illustre sia stato Mario Corso, 17 anni e tre mesi quando, maglia Inter, trafisse il Bologna. Se si guarda alla B, Vignato — anche il fratello Samuel, punta, classe 2004, si sta facendo le ossa nelle giovanili — primeggia tra le suggestion­i. Certo, c’è un mercato che busserà, la Juve segue il ragazzo, tutto può accadere. Però, intanto, il baby nato a Negrar il 24 agosto 2000 fa sorridere il Chievo nel suo frangente più buio, con cinque partite da riempire di informazio­ni utili in vista della B.

Così, al proposito, Di Carlo: «Bravi tutti. I vecchi hanno aiutato i giovani e i giovani si sono fatti valere. Vignato? Deve solo acquisire più sicurezza in A, la tecnica non si discute, fisicament­e si è cercato ogni pallone e quel gol incarna il giocatore che vediamo in allenament­o. Bene anche Semper, Leris, Depaoli. Sono tutti ragazzi importanti per il futuro del Chievo».

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Talento Vignato festeggia con i compagni il gol segnato contro la Lazio

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