Banche, i truffati nell’urna europea «Voto anti governo»
Documento di 15 associazioni, è polemica
Quindici associazioni di truffati a vario titolo dalle banche firmano un documento comune che pone un quesito pesante a poche settimane dal voto europeo: «È stato un errore dare fiducia a Lega e 5 Stelle?». La mossa delle associazioni arriva dopo un infinito balletto sui decreti per l’attivazione del fondo di ristoro.
Per puro scrupolo di forma ci hanno messo il punto interrogativo - «È stato un errore - attacca il comunicato diffuso ieri - dare fiducia a Lega e 5 Stelle?» -, ma è del tutto evidente che trattasi di domanda retorica: ebbene sì, secondo le quindici associazioni dei risparmiatori traditi dalle banche che costituiscono la cosiddetta «cabina di regia» presso il Mef, fidarsi delle promesse dei leghisti e dei pentastellati è stato proprio un errore strategico.
Perciò, il documento sottoscritto alla vigilia di Pasqua da numerose sigle - Vittime del Salvabanche, Movimento difesa del cittadino Veneto, Friuli Venezia Giulia e Verbania, Ezzelino da Onara, Movimento diritti europei, Consumatori Attivi, Per Veneto Banca, Codacons Veneto e Marche, Anla, Gruppo difesa soci ex Bcc Crediveneto, Movimento risparmiatori traditi, Risparmiatori azzerati Carife e, per finire, Obbligazionisti subordinati - è, a tutti gli effetti, una dichiarazione di sfiducia politica verso le due forze che sostengono il governo in carica.
Il tema del contendere, naturalmente, sono i rimborsi per le perdite subite da azionisti e obbligazionisti a causa del default delle due Popolari venete e delle altre quattro banche finite in risoluzione, rimborsi che ancora non si sono visti perché il governo non ha approvato le norme attuative del Fondo indennizzi, impantanato com’è tra i paletti messi dall’Europa e le pressioni delle organizzazioni dei risparmiatori più irriducibili, che non vogliono saperne di accettare differenze di reddito o «ricchezza» fra truffati. Vedi il caso, si tratta proprio delle due sigle - Coordinamento don Torta e Noi che credevamo nella Bpvi - più vicine ai due partiti di maggioranza, ormai in apertissima con
Andrea Arman Queste associazioni conducono una battaglia che in realtà è politica, come avevano già fatto in appoggio al governo Gentiloni per il fondo Baretta
trapposizione con le altre organizzazioni dei risparmiatori. Coordinamento don Torta e Noi che credevamo, va da sé, non hanno per nulla condiviso l’attacco a Lega e 5 Stelle lanciato dall’altro fronte.
Il documento di sfiducia politica sottoscritto dai 15 va giù piatto con la minaccia elettorale: «Pare che si sia in presenza di una colossale montatura ai danni della collettività dei risparmiatori, i quali, alle prossime elezioni, in mancanza di uno sblocco immediato della situazione, non potranno che dare il proprio voto a soggetti diversi da Lega e 5 Stelle». E ancora: «Siamo vittime di una “truffa politica” commessa dai partiti di maggioranza dell’attuale esecutivo».
Dove starebbe questa truffa? «Durante la campagna elettorale - risponde il documento promesse mirabolanti, una volta al governo tanta incompetenza,
approssimazione e inconcludenza. Non si rende conto il governo che non può non emanare una legge di tale rilevanza solo perché due associazioni su 19 (sempre Noi che credevamo nella Bpvi e Coordinamento don Torta, ndr) non hanno manifestato il loro gradimento al contenuto di tale normativa? Appare evidente in ogni caso che siamo in presenza di una manovra posta in essere dall’esecutivo al fine di rinviare sine die l’emanazione della normativa in materia di risparmio tradito, l’ennesimo schiaffo ai tanti cittadini che hanno visto andare in fumo i risparmi di una vita».
Il controcanto tocca ad Andrea Arman, avvocato e leader del Coordinamento don Torta, il quale alle ultime elezioni politiche era candidato al Parlamento proprio per i 5 Stelle: «Emerge sempre di più - contrattacca Arman - come la battaglia condotta da queste associazioni sia in realtà una battaglia politica, sulla scia di quanto avevano già fatto in appoggio al governo Gentiloni per la cosidetta legge BarettaSantini sui rimborsi. Nel merito, è fuor di dubbio che l’attuale legge, per quanto non sia perfettamente coerente - riconosce Arman - con quanto avevano affermato i due partiti che reggono il governo, è decisamente migliore della soluzione Baretta-Santini, sia per la dotazione finanziaria che per la previsione di indennizzare in modo automatico una fetta dei risparmiatori. Anche noi siamo critici col governo, perché non ha mantenuto integralmente le promesse che ci aveva fatto chiude Arman - ma non c’è alcuna rottura. Gli altri vanno solo cercando la rissa politica che li ha sempre caratterizzati».