Corriere di Verona

«Io e Natasha volevamo un altro figlio»

Alin, il compagno della donna ritrovata morta, respinge le accuse di violenza

- Davide Orsato

Alin Rus, il compagno di Natasha Chokobok, la donna trovata senza vita nell’Adige a Legnago, respinge le accuse dei parenti di lei, che hanno raccontato di continue violenze da parte dell’uomo.

«Non riesco a credere che in giro si dica che le facevo del male – racconta – avevamo ancora tante cose da fare insieme, tanti sogni. Da qualche tempo pensavamo di avere un altro bambino. In questi giorni dovevamo andare in Romania».

Ieri mattina, Alin Rus, è uscito di casa con la figlia di sette anni e il cognato. È andato a fare un giro come per le vie del paese, come se fosse una normale, bellissima, mattina di primavera. Sa che una semplice routine è l’unica cosa, in questo momento, che può aiutare un po’. Soprattutt­o lei, la bambina, che da dieci giorni non vede la madre e che deve ancora comprender­e, fino in fondo, cos’è successo. Alin è il compagno di Natasha Chokobok, la donna di 29 anni, cittadina ucraina, trovata ieri sulla sponda dell’Adige, dopo una ricerca serrata durata dieci giorni.

Già da poche ore dopo la sua scomparsa, i familiari di Natasha hanno puntato il dito su di lui: la madre ha affermato di avere dei referti medici, prova che lui l’avrebbe picchiata. Sempre la madre continua a dirsi convinta che Natasha «non possa essersi suicidata». Una verità in più arriverà martedì, con l’autopsia.

Ma gli elementi raccolti finora dai carabinier­i della compagnia di Legnago sembrano propendere per un gesto disperato. Intanto, i militari ieri lo hanno contattato. «Mi hanno detto di presentarm­i insieme alla madre di Natasha per il riconoscim­ento». Chissà, se sarà l’occasione di un primo confronto.

«Sempre loro, mi hanno consigliat­o di proseguire per quanto possibile con la vita di tutti i giorni, di non chiudermi in casa. Ma è difficile». Alin, 35 anni, descritto da chi lo conosce come un uomo tutto d’un pezzo, gran lavoratore, trattiene a stento le lacrime quando parla dei progetti che aveva in mente con Natasha che ora non c’è più.

«Non riesco a credere che in giro si dica che le facevo del male – racconta – avevamo ancora tante cose da fare insieme, tanti sogni. Da qualche tempo pensavamo di avere un altro bambino. In

Rapporti tesi

«Sua mamma e i suoi zii ce l’hanno sempre avuta con me. E con Natasha litigavano»

questi giorni dovevamo andare in Romania. A ottobre dovevamo andare alle Canarie, a Tenerife: avevamo già preso i biglietti. E poi c’era la casa nuova: una villetta a schiera grande, tutta per noi, in cui ci saremmo trasferiti a breve. Non mi sembrava le mancasse niente».

Eppure c’è qualcosa nella vita di Natasha che forse veniva nascosta al compagno: dopo il ritrovamen­to del corpo, Alin, è venuto a conoscenza di alcuni esami che aveva svolto all’ospedale di Legnago. Si parla di alcune tac al cranio, la prima a novembre, la seconda a gennaio. «Stava male? Io non lo so… non me ne ha mai parlato: ho saputo che sarebbe dovuta tornare in ospedale a giugno. Non so se i medici le abbiano detto qualcosa, se fosse preoccupat­a. Lei era molto riservata».

E le accuse della madre e della zia?

«Ho parlato con loro ieri (venerdì) – prosegue – non ho davvero niente contro di loro, mi piacerebbe che continuass­ero a vedere la nipote. Ma la verità è che ce l’hanno con me da quando ho conosciuto Natasha sette anni fa. Eppure, loro non hanno avuto molti rapporti con lei, anzi litigavano di frequente. C’erano dei periodi in cui Natasha non sapeva nemmeno dove si trovasse la madre, che si spostava spesso per lavoro. E quando c’è stato il funerale del nonno di Natasha non è nemmeno tornata in Ucraina, ma io ci sono andato, in macchina. Così come c’ero io quando la nonna, sempre in Ucraina, ha avuto bisogno di un po’ di soldi per cure mediche».

Ora di Natasha restano i ricordi, e la figlia che hanno avuto assieme. «Non ho ancora affrontato bene la questione, con lei. Le ho detto che stava male, che era in ospedale, ma in questi giorni è venuta con me dai carabinier­i e le ho detto che stavamo facendo di tutto per aiutarla. Ora non so più che dirle».

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Alla Carega Franco Ceoletta
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A sinistra Alin Rus, 35 anni saldatore di origine romena. (foto Sartori). Era il compagno di Natasha Chokobok, 29 anni nella foto sopra. I due si sono conosciuti sette anni fa a Legnago e hanno una figlia di sei anni. Vivevano insieme a Porto di Legnago, nella casa da cui Natasha è scomparsa la sera del 9 aprile per essere ritrovata morta venerdì in Adige
Il dolore e il mistero A sinistra Alin Rus, 35 anni saldatore di origine romena. (foto Sartori). Era il compagno di Natasha Chokobok, 29 anni nella foto sopra. I due si sono conosciuti sette anni fa a Legnago e hanno una figlia di sei anni. Vivevano insieme a Porto di Legnago, nella casa da cui Natasha è scomparsa la sera del 9 aprile per essere ritrovata morta venerdì in Adige

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