Troppe vacanze, genitori in crisi E presidi in affanno
Le vacanze di Pasqua unite al ponte del 25 aprile lasceranno a casa da scuola i ragazzi circa due settimane, per l’affanno di mamma e papà, che non sanno a chi lasciare i più piccoli mentre loro lavorano. Dice Sonia Saccon, rappresentante dei genitori all’elementare «Don Bosco» di Padova: «Dobbiamo aiutarci tra noi, dagli istituti non arriva nessuna proposta di attività extra. Tra l’altro alcune scuole hanno peggiorato la situazione decidendo di riaprire il 26 aprile. Così facendo, mettono ulteriormente in crisi le famiglie che hanno già programmato il ponte e che magari hanno iscritto un figlio in uno di questi istituti e un altro in scuole chiuse dal 18 al 29 aprile oppure al 2 maggio. Anche quest’ultima data sfalsata, sempre per il discorso dell’autonomia che consente a ogni struttura di organizzarsi col solo diktat di rispettare i 200 giorni di lezione all’anno, è un problema».
«E’ il calendario scolastico regionale — replica Armando Tirelli, presidente veneto dell’Associazione nazionale presidi —. Il nodo in questione era inevitabile e riguarda anche la continuità didattica. Capisco le difficoltà dei genitori, ma per le scuole sarebbe stato impossibile organizzarsi in modo diverso, anche per il cambio degli orari seguito dai servizi pubblici nei festivi. Non abbiamo poi le risorse per gestire attività alternative, benché la situazione rischi di aggravarsi per le elezioni amministrative ed europee previste il 26 maggio e che per molte scuole comporteranno un’altra chiusura dal 24 al 27 o 28, reiterata in caso di ballottaggi. Ma per gli appuntamenti elettorali è proprio necessario usufruire ancora delle scuole? Non si possono trovare spazi alternativi?».
Lo scrittore Giovanni Montanaro, che parla di scuola nel suo romanzo appena uscito «Le ultime lezioni», osserva: «Il vero problema è che le famiglie hanno pochissimi aiuti e quel che dovrebbe essere una festa diventa un problema. Ma in una società in cui i ragazzi sono sempre travolti da mille cose,il tempo del riposo, anche del vuoto, è essenziale».