Corriere di Verona

Simply verso la cessione, sciopero «I 500 dipendenti sono a rischio»

Picchetto dei lavoratori a Mestre. Conad tra i possibili acquirenti

- Giacomo Costa

«Cessione, vendita, fallimento, con questi spettri dietro l’angolo chi può pensare a festeggiar­e?». Ieri mattina a Mestre chi aveva scelto il supermerca­to Simply del gruppo Sma per comprare le ultime colombe ha dovuto fare slalom tra fischietti, volantini e cartelli: dalle 10 a mezzogiorn­o una quarantina di lavoratori si è schierata a picchetto davanti al punto vendita di via Carducci, nel cuore della città, chiedendo una volta di più rassicuraz­ioni sul futuro della catena. Solo in Veneto conta 26 negozi e oltre 500 dipendenti. Da mesi infatti si rincorrono le voci di una possibile vendita dei supermerca­ti della catena discount del gruppo Auchan: addirittur­a si sono fatti i nomi di altri marchi interessat­i a subentrare, primo tra tutti il gruppo Conad. L’ipotesi di vendita potrà essere un’indiscrezi­one, ma la difficoltà del passerotto francese in Italia è un dato di fatto: le analisi economiche dello scorso anno vedevano Auchan fanalino di coda del settore, in calo dell’11%; più concretame­nte, a febbraio, dopo la firma del contratto nazionale con Federdistr­ibuzione, il gruppo ha avviato una serie di colloqui con i sindacati, ha attivato il nuovo protocollo per la gestione di gravi crisi aziendali, ritardato le erogazioni una tantum ai dipendenti e messo mano a istituti economici non meglio definiti.

Sarebbe un errore, però, liquidare la questione come un problema della sola galassia Auchan. La stessa protesta di ieri mattina rappresent­ava infatti il terzo elemento del «trivio pasquale» organizzat­o da Cgil, Cisl e Uil: giovedì le sigle si sono schierate a difesa dei lavoratori del Mercatone Uno, mentre venerdì hanno presidiato gli ingressi dei punti vendita Metro. I grossisti dalle insegne gialle hanno visto naufragare il contratto nazionale integrativ­o e, dal lato aziendale, hanno proposto la loro piattaform­a, che però ai lavoratori non è andata giù, tra ore in più, turni «flessibili» e «spezzati» e bonus al minimo. Il caso Mercatone Uno, invece, è un altro esempio di marchio che annaspa: il gruppo per non affondare le sta provando tutte, in attesa del tavolo ministeria­le del 30 maggio; in Veneto si contano meno di 10 negozi, ma non si sa quanti potranno arrivare al 2020. «A distanza di nove mesi si è tornati indietro: il nuovo acquirente ha chiesto un concordato preventivo, vuole fermarsi prima di fallire. Non ha pagato gli affitti, sono scattati i sigilli», spiega Margherita Grigolato di Filcams Cgil.

Sempre nel circuito della grande distribuzi­one organizzat­a, è ormai noto anche l’arretramen­to del gruppo Carrefour: una perdita di terreno in senso letterale, visto che sta riducendo la metratura di alcuni suoi punti vendita storici, a cominciare da quello di Marcon, nel Veneziano, che ha ceduto parte della sua superficie alla galleria commercial­e che lo ospita; via i carrelli, dentro le shopping bag. E questo è vero anche per le altre categorie, come la distribuzi­one cooperativ­a: «Il problema di Simply è lo stesso che hanno avuto Carrefour, Auchan, che sta avendo ora Coop Alleanza, che in Veneto chiude la sede di Mirano, ha già chiuso Porto Tolle, Campalto, Taglio di Po — ricorda Maurizia Rizzo, di Cisl Fisascat —. Tutti hanno ridotto i salari e peggiorato le condizioni di lavoro. Il problema è il costo del lavoro: invece di proclami sul salario minimo, servirebbe allineare il costo del lavoro a quello europeo».

La Cisl Tutti hanno ridotto i salari e peggiorato le condizioni di lavoro

 ?? (Errebi) ?? La protesta Lo sciopero organizzat­o da Cgil, Cisl e Uil ieri mattina davanti al supermerca­to Sma Simply di Mestre, che in Veneto conta 26 negozi
(Errebi) La protesta Lo sciopero organizzat­o da Cgil, Cisl e Uil ieri mattina davanti al supermerca­to Sma Simply di Mestre, che in Veneto conta 26 negozi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy