Bimbo autistico abbandonato gara di solidarietà per ospitarlo
E scatta la ricerca dell’assistente sociale che l’ha segnalato. La chiamata del ministro
La storia del bambino veneto autistico di 7 anni abbandonato dalla famiglia — sembra per problemi economici — ha scatenato una duplice reazione. Da una parte è scattata la gara di solidarietà da parte di fondazioni e famiglie disposte all’accoglienza, all’affido o addirittura all’adozione, dall’altra è partita la ricerca dell’assistente sociale del Comune veneto che ha telefonato all’associazione trentina specializzata «Casa Sebastiano» per chiederle di ospitarlo. Ora è affidato al Tribunale dei Minori. Ma la struttura di Coredo eroga solo servizio diurno e riserva il centro residenziale ai ragazzi sopra i 16 anni e residenti in Trentino.
Ha però riportato la vicenda sulla sua pagina Facebook, sollevando un’eco mediatica tale che l’assessore a Salute e Sociale della Provincia di Trento, Stefania Segnana, ha lanciato un appello: «Sto vagliando l’ipotesi di ospitare temporaneamente in un nostro centro il bambino che risulta affidato ai Servizi sociali di non sappiamo quale città. Rivolgo un appello pubblico affinché l’operatrice sociale che ha chiamato Casa Sebastiano da numero privato, e che non ha lasciato i propri recapiti, ci contatti, per capirne meglio le richieste e concordare eventuali interventi». «Riceviamo quasi quotidianamente richieste da familiari o Servizi sociali di altre regioni, che non siamo autorizzati a prendere in carico — replicano da «Casa Sebastiano», creata da Giovanni Coletti, presidente della Fondazione trentina per l’autismo premiata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella — per questo motivo non registriamo i dati. In molti ci state chiedendo notizie, vogliamo fare chiarezza: il bambino risiede in un’altra recarico gione ed è affidato al Tribunale dei Minori di quel territorio. In molti vi state anche rendendo disponibili per dare un aiuto a lui e alla famiglia e questo ci rincuora. Ci stanno contattando diverse associazioni, molte persone e famiglie addirittura si stanno offrendo per l’affido o l’adozione. La Fondazione trentina per l’autismo potrà dare il suo supporto ai genitori, da subito».
Stessa mano tesa dall’Istituto Serafico di Assisi, che si occupa della medesima patologia ed è disposto a prendere in il bimbo e a fornire supporto ai genitori. La presidente ha telefonato a «Casa Sebastiano», alla quale la Provincia di Trento è disposta a concedere una deroga per poter ospitare il piccolo. «Prima però — precisa l’assessore Segnana — dobbiamo rintracciare l’operatrice che ha chiesto aiuto, per capire dove si trovi il ragazzino e cos’abbia deciso il Tribunale dei Minori. Mi ha contattata anche il ministro della Famiglia, Alessandra Locatelli, per conoscere meglio la situazione, che continuerà a seguire».
Il Veneto nelle stesse ore si rimbocca le maniche con l’assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin: «Mi attivo subito per capire se la famiglia del minore sia effettivamente veneta. Se così fosse, mi pare strano che non abbia trovato una risposta nel nostro territorio, dotato di diversi centri per la cura dell’autismo, tra cui i due di Verona e Treviso, riferimenti regionali. Il primo per la diagnostica e la ricerca, il secondo per la presa in carico, l’inserimento scolastico e lavorativo dei pazienti. In particolare l’Usl 2 Marca Trevigiana ha proposto alla Regione il progetto di una struttura residenziale, non solo diurna, sul quale stiamo ragionando. Oggi infatti — spiega Lanzarin — i soggetti con autismo vengono ospitati da comunità alloggio e Residenze sanitarie assistenziali per disabili, ma il fenomeno è diventato importante e per affrontarlo adeguatamente vogliamo avviare percorsi specifici». «La soluzione nel Veneto per questa famiglia c’è — rivela il professor Leonardo Zoccante, neuropsichiatra infantile a capo del Centro per la cura dell’autismo dell’ospedale di Verona — si tratta di strutture a Mestre, Monselice e Vicenza che accolgono anche bambini. Non è un caso isolato, non tutti i genitori sono in grado di gestire un figlio h24, in uno stato di allerta continuo. Io stesso ho seguito alcune famiglie costrette alla dolorosa scelta di allontanare il ragazzo, ma di solito accade con gli adolescenti, più difficili da controllare. Non sono abbandonati, ma lasciati in contesti specializzati».
L’assessore Lanzarin «Mi attivo subito per approfondire, ma in Veneto ci sono diversi centri specializzati»