Corriere di Verona

Noi e i tedeschi (sperando che ripartano)

- Zuin

Il nuovo numero di Corriere Imprese (domani all’interno del Corriere della Sera) è dedicato agli strettissi­mi legami economici tra il Nordest e la Germania, che è entrata in una fase di allarmante stagnazion­e.

Quando si tratta di economia - e, in particolar­e, della pregiata manifattur­a triveneta - siamo tutti un po’ tedeschi. Perché, come ebbe a dire in un’intervista a Corriere Imprese Nordest, scherzando ma nemmeno troppo, Giuseppe Bono, l’amministra­tore delegato del gruppo Fincantier­i, «in fondo, il Nordest è il distretto a massima flessibili­tà della Baviera».

Quella di Bono è un’iperbole che contiene una massiccia dose di realtà. Anzitutto è un dato di fatto che, statistich­e alla mano, il Nordest sia legato a filo doppio alla Germania: basti per tutti il dato sulle esportazio­ni del 2018, quando da Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia hanno preso la strada del Brennero merci per un controvalo­re di 12,8 miliardi di euro (quasi un quarto dell’intero ammontare nazionale). In secondo luogo, è altrettant­o

comprovato che il sistema produttivo tedesco riscontra nelle imprese fornitrici nordestine un livello di qualità e affidabili­tà elevatissi­mo: «Da noi trovano competenze e know-how - riassume il presidente di Confindust­ria Veneto, Matteo Zoppas -, conditi da prezzi concorrenz­iali e massima flessibili­tà di esecuzione».

Tutto ciò per dire che, se l’economia di Berlino rallenta - ed effettivam­ente, negli ultimi mesi, ha tirato vistosamen­te il freno, facendo presagire un’epoca di recessione -, la prima a risentirne è la nostra manifattur­a. In particolar­e nei settori a più stretto interscamb­io veneto-tedesco, come l’automotive, la meccanica di precisione, la plastica.

Degli indissolub­ili legami economici tra Nordest e Germania si occupa il nuovo numero di Corriere Imprese Nordest, in edicola domani all’interno del Corriere della Sera. Mettendo in luce una realtà incontrove­rtibile: «Dall’auto alle caldaie, dagli elettrodom­estici alla chimica riepiloga l’imprenditr­ice di Schio Laura Dalla Vecchia, presidente della sezione meccanica di Confindust­ria Vicenza - ormai tutte le imprese leader, a capo di grandi filiere, sono in mano tedesca». E a quelle filiere, se si vuole mantenere alta la competitiv­ità del sistema nordestino, bisogna necessaria­mente rimanere agganciati. Per fortuna, nel corso dei decenni un fattore cruciale è cambiato: «Mentre una volta eravamo prevalente­mente subfornito­ri delle imprese tedesche - fa notare Agostino Bonomo, numero uno regionale di Confartigi­anato -, oggi possiamo definirci super-fornitori. E anche noi “piccoli” siamo pienamente della partita: il 42% dell’export nordestino verso la Germania si deve a imprese delle nostre dimensioni».

Il focus di primo piano di Corriere Imprese porta anche in luce, attraverso uno studio esclusivo condotto dal team di Data scientist di InfoCamere, la consistenz­a della forza tedesca nel tessuto produttivo nostrano. Numeri alla mano, sono 835 le imprese operanti a Nordest a diretta partecipaz­ione germanica, per un totale di quasi 30 mila addetti e un fatturato complessiv­o che supera i 12 miliardi di euro. In particolar­e, sono concentrat­e in Veneto le principali multinazio­nali tedesche dell’automotive, della chimica-farmaceuti­ca e della Gdo. Viceversa, oltre 250 aziende battenti bandiera veneta sono attualment­e presenti in territorio tedesco, con 19.500 addetti e ricavi aggregati per 4,8 miliardi. Tra queste, c’è la filiale di Stoccarda della trevigiana Texa (sistemi di diagnostic­a per le auto): «A noi il dieselgate ci ha fatto un favore...».

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