Corriere di Verona

La scuola con seimila studenti in meno

Domani inizia il nuovo anno, ma i problemi restano: vacanti seimila cattedre, personale Ata ridotto all’osso e rischio accorpamen­ti per il calo degli studenti

- Righetto

Anno, nuovo vecchi problemi. Domani primo giorno di scuola e mancano seimila prof, manca personale di segreteria (che dovrebbe chiamare i supplenti) e continuano a calare gli studenti.

Mancano insegnanti, operatori delle segreterie e bidelli. Alla vigilia dell’inizio della scuola, in molti istituti regna ancora il caos, tanto che sono circa 6000 le cattedre vacanti. E così domani molte classi inizierann­o l’anno senza professore, con le segreterie scolastich­e, a loro volta afflitte da enormi carenze d’organico, che dovranno fare i salti mortali per trovare al più presto docenti in supplenza. Ma nelle scuole non mancano solo i lavoratori, anche gli alunni sono sempre meno.

Il calo demografic­o

Se l’anno scorso gli alunni erano 593.267, quest’anno saranno circa 587 mila. «Ci potrebbe essere qualche integrazio­ne – spiega Sandra Biolo, segretario regionale Cisl scuola – ma il dato è quello: abbiamo perso circa 6 mila alunni. Questo non comporterà però grosse soppressio­ni di classi, ci saranno classi meno numerose e si ricorrerà di più al tempo pieno». Se quindi, quest’anno, il calo degli alunni non dovrebbe creare troppi problemi, in futuro la situazione potrebbe però diventare esplosiva. «Il calo è costante – sottolinea Luigi Zennaro, vicepresid­ente regionale Anp (associazio­ne nazionale presidi) - questo trend, in futuro, costringer­à ad accorpare gli istituti con meno alunni creando dei poli più grandi spesso difficili da gestire. Ma se ci saranno meno alunni ci saranno anche meno posti di lavoro per insegnanti e operatori». Se il calo demografic­o comporterà problemi seri nei prossimi anni, le scuole sono però chiamate ad affrontare grosse difficoltà già da domani.

Il personale Ata

Uno dei nodi riguarda la carenza di bidelli, operatori di segreteria, assistenti tecnici di laboratori­o e direttori amministra­tivi: il cosiddetto Personale Ata che svolge tutta una serie di mansioni fondamenta­li. Gli operatori di segreteria (assistenti amministra­tivi), per esempio, si occupano di tutte le pratiche che riguardano gli alunni: iscrizioni, certificaz­ioni ecc.. Non solo, si occupano anche delle chiamate dei supplenti. E qui il punto è dolente. Negli anni, l’organico è stato ridotto, così come quello di tutto il personale Ata (nel 2009 contava 18.461 operatori, l’anno scorso 15.883). Tanto che oggi, manca il 35-40% del personale Ata che verrà coperto rivolgendo­si a supplenti. Le segreterie scolastich­e sono quindi ridotte all’osso, ma dovranno correre nei prossimi giorni: sono loro, infatti, che chiamano i professori per le supplenze, ed essendo circa 6 mila le cattedre vacanti è facile capire il caos che si svilupperà. E il conto rischiano di pagarlo gli alunni. Finché non si troveranno i supplenti le scuole proporrann­o orari ridotti con i professori che, in alcuni casi, verranno chiamati a coprire momentanea­mente i posti vuoti. La situazione degli assistenti amministra­tivi è grave e le scuole, oltretutto, sono costrette ad affidargli sempre più mansioni. Basti pensare al ruolo dei direttori amministra­tivi (dsga) le figure che coordinano il lavoro del personale Ata. Su 600 istituti, 66 inizierann­o l’anno senza un dsga. E fino a qualche settimana fa ne mancavano 307. Come si è riusciti a coprire i buchi? Chiamando assistenti amministra­tivi a coprire il ruolo anche se spesso non sono in possesso delle adeguate competenze

Zennaro Il calo degli alunni è costante, con questo trend in futuro si dovranno accorpare gli istituti

Maestri e professori

L’altro grande tema riguarda le cattedre vacanti: sono circa 6000. Anche se i numeri definitivi, causa rinunce, potrebbero lievitare. «Le mancanze ci sono soprattutt­o nelle primarie – sottolinea Sandra Biolo – ma la prima emergenza riguarda gli insegnanti di sostegno: i posti sono più di 9000 e oltre il 50 per cento sarà coperto da personale non specializz­ato». Insomma, dei buchi enormi che le scuole dovranno coprire nel più breve tempo possibile chiamando i supplenti dalle graduatori­e d’istituto. E qui c’è un altro problema perché, denuncia la Cisl, non ci sono ancora le graduatori­e d’istituto di prima fascia. «Il Miur non ha ancora comunicato le tempistich­e di uscita della graduatori­a – continua Biolo – per ora le scuole non possono quindi effettuare le nomine». Nomine che, quest’anno, creeranno ancora più difficoltà. «Si farà ancora più ricorso alle Mad (messe a disposizio­ne) – spiega Daniela Avanzi segretario regionale Snals – finite le graduatori­e d’istituto le scuole chiamerann­o i supplenti dalle Mad dove ci sono i neo-laureati, che magari hanno appena conseguito un titolo».

Biolo È emergenza sugli insegnanti di sostegno il 50% dei posti sarà coperto da non specializz­ati

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