Bergamo Tossi: «Io e Mick grandi amici da vent’anni»
I retroscena della rockstar: gnocchi con gli scampi e passione per l’arte
Toto Bergamo Rossi è la contraddizione vivente della teoria dei sei gradi di separazione. Quella per cui ogni persona può essere collegata ad un’altra attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari. A lui ne sono bastati molti meno per poter vantare nell’album ricordo della sua mostra «DOMUS GRIMANI 1594 – 2019» a Palazzo Grimani a Venezia, personaggi come Robert Altman, Brad Pitt, Jude Law, Jeff Bezos e da ultimo l’altroieri Mick Jagger. Il frontman dei Rolling Stone era infatti a Venezia per la prima del film alla Mostra del Cinema in cui interpreta il ruolo di un mercante d’arte senza scrupoli, «The burnt orange heresy» di Giuseppe Capotondi, ed è stato «catturato» anche lui dalla sala delle meraviglie dove si celebra il ritorno a Palazzo Grimani della collezione di statue classiche appartenuta al Patriarca di Aquileia Giovanni Grimani.
Quando si dice che di gradi di separazione qua ne sono stati percorsi pochi, è perché la conoscenza tra Jagger e Bergamo Rossi risale al 2000, quando la contessa Marina Cicogna affidò Mick a Toto per qualche giorno in un piovoso
novembre veneziano per fargli scoprire l’altro lato della città amata dai turisti di tutto il mondo. «Lo portai per qualche sera di seguito al Suk, che ora si chiama Piccolo Mondo racconta Toto - poi la voce si sparse, il locale si riempì e cambiammo posto». Ma da allora il rapporto di amicizia tra i due si è mantenuto vivo: ogni tanto qualcuno della numerosa famiglia del cantante otto figli - si presentava a Venezia e venire affidato a Toto: «Ho ospitato James, il figlio avuto da Jerry Hall che fa l’attoree quando Mick capita a Venezia ci sentiamo».
Così a fine agosto un messaggino nel telefono di Toto annunciava: «Arrivo il 6 sera presto, spero di vederti». Detto fatto. La sera stessa del 6 i due si sono visti a cena al nuovo hotel St Regis (l’ex Europa & Regina) del gruppo Marriott
insieme al cast del film (15 persone in tutto), in una saletta super riservata del ristorante. Poi l’indomani, quando Jagger ha sfilato sul red carpet alle 21, all’uscita si è posto il problema: e ora che si fa? Scartata la Terrazza Biennale perché troppo esposta agli sguardi, Mick ha avuto l’idea di affittare all’ultimo momento una suite all’hotel Excelsior con terrazza sul mare e da lì, col cast (e Toto) è stato festeggiato il film. L’indomani Mick aveva voglia di vedere il giardino della casa di Toto, reso celebre dal “Fuoco” di D’Annunzio. E così i due si sono incontrati in tarda mattinata per poi pranzare insieme alla trattoria «Tre fanti» dove - a dispetto del fisico da eterno ragazzino senza un filo di pancia - il cantante ha gustato gnocchetti con gli scampi e rombo con i finferli, per poi arrivare alla sospirata visita a Palazzo Grimani. Lì Toto ha ottenuto quello che non ha avuto difficoltà a ottenere da tanti altri testimonial eccellenti della sua fondazione Venetian Heritage: «Gli ho raccontato la storia del palazzo, gli ho parlato della collezione, delle statue trovate - ha detto ancora Toto -. Al che lui mi ha chiesto di rivederci e di portargli i profili dei progetti ai quali stiamo lavorando, come il restauro dello Scalone della Scuola Grande San Giovanni Evangelista al quale partecipa The Gritti Palace Hotel e il Fregio di Gian Battista Tiepolo alle Gallerie dell’Accademia e poi vedremo. Per noi di Venetian Heritage è molto importante il ruolo di testimonial come Jagger, Law o Tilda Swinton, perché attraggono altri investitori: il cantiere a San Giovanni Evangelista è da 1 milione di euro e ogni anno vanno trovati investimenti per 2,5 milioni. Discorso diverso è quello con Bezos».