Corriere di Verona

Blitz in gioielleri­a, in tre finiscono a processo

Volevano svaligiare la gioielleri­a di diamanti in via Mazzini, bersaglio di tre rapine in due anni

- La. Ted.

Il colpo più clamoroso fu quello di 4 anni fa: prima di essere arrestata, fruttò a una banda multietnic­a almeno sei milioni di euro. Poi fu la volta, nel 2016, di un tentato furto che valse circa 52mila euro a un gang di colombiani poi finiti in carcere. Nel 2017, furono i carabinier­i a sventare ancor prima che venisse posta in atto un’azione criminale già architetta­ta e messa a a punto da malviventi siciliani in tutte le fasi grazie anche a un sopralluog­o il giorno prima del colpo. Tre casi in due anni, ogni volta con lo stesso «preziosiss­imo» bersaglio da colpire. Aspiranti rapinatori e ladri di diamanti alla gioielleri­a «World Diamond Group» di via Mazzini: è accaduto tre volte tra il 2015 e il 2017. Ieri mattina, in udienza preliminar­e davanti al giudice Paola Vacca, è scattato il rinvio a giudizio per l’episodio più recente. StaCuccia, volta è toccato a una banda di italiani rispondere delle accuse: giunti appositame­nte dalla Sicilia, dove vivono, fino a Verona in aereo per mettere a segno un colpo programmat­o per il giugno 2017, gli imputati che verranno sottoposti a processo davanti al tribunale collegiale presieduto dal giudice Silvia Isidori sono Maurizio Maurizio Panarinfo e Maurizio Fortunato. Difesi dalle legali Elena Leso e Veronica Del Bosco, stando alla ricostruzi­one accusatori­a vennero bloccati dall’Arma quando stavano per portare a termine il colpo. Due di loro il 9 giugno 2017 avrebbero svolto un sopralluog­o alla gioielleri­a scegliendo con cura cosa e come rubare. Il 16 giugno furono fermati a Pacengo di Lazise in un appartamen­to con tutti i loro «strumenti di lavoro» pronti all’uso: fascette adesive, guanti, martello con punta diamantata, calze di nylon, taglierini oltre al resto dell’«armamentar­io» necessario per il colpo. Tutte accuse di cui verranno chiamati a rispondere tra un paio di mesi in aula. Già suggellato con le condanne, invece, il caso del 2015, quando i 29 aprile alcuni malviventi, vestiti da turisti, entrarono alla World Diamond di via Mazzini e dopo aver minacciato le commesse,arraffaron­o i gioielli custoditi nella cassaforte e in vetrina. Il direttore riuscì a dare l’allarme facendo arrestare i banditi così come il 6 ottobre 2016: una prontezza che risultò, anche in quell’episodio, decisiva.

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Il bersaglio Tre colpi falliti in due anni alla gioielleri­a di via Mazzini: ieri in 3 sono stati rinviati a giudizio

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