C’è il Pisa, Marcolini cerca il bis con Vignato
Il Chievo al Bentegodi dopo il convincente blitz a Venezia: infortunato Giaccherini, spazio al gioiellino della Valpolicella. «È uno baciato dagli dei per qualità, deve giocare con gioia»
Un 2019 (fin qui) a due velocità. L’ospite Pisa: 2.2 punti a partita, ultimo ko il 23 gennaio ad Arezzo, ventiquattro risultati utili in fila. Il Chievo: 0.5 punti a incontro.
Sulla carta la scia dell’anno solare pesa più di là, riva Arno, dove nel balzo dalla C alla B (trentatreesima partecipazione in 110 anni di storia) la rosa è stata giusto ritoccata. Di qua, riva Adige, un presente votato alla ricostruzione e quella scia, figlia della retrocessione fra i cadetti, che s’è presa un po’ di tintarella col successo, il primo stagionale, di Venezia. Al presente, Chievo e Pisa stanno bene, ed è ciò che più scalda il duello di oggi, al Bentegodi, quarto turno di campionato. Tra Marcolini e D’Angelo corrono stima e idee simili. Il 4-3-1-2 clivense non si tocca, l’avversario va morso già sul primo possesso. A D’Angelo, che per fisico dei suoi può parimenti aggredire, piace giocarsela a specchio, quando può: con il Pisa può, nel senso che i suoi sanno lavorare sia col tradizionale 3-5-2 sia col 4-3-1-2, sperimentato all’esordio con il Benevento quando De Vitis faceva il rifinitore abbassandosi però subito sulla linea mediana una volta che la palla ce l’avevano gli altri.
A proposito di rifinitore, il Chievo che perde Giaccherini per un mese lancerà quasi sicuramente dal 1’ il gioiellino Vignato, che è sempre a scadenza 2020 (l’incontro per tornare sull’argomento rinnovo non c’è ancora stato) e secondo Marcolini «quanto a qualità è uno baciato dalla dea bendata: deve vivere le occasioni con gioia senza pensare di dover spaccare il mondo». Il mondo no, ma magari la retroguardia del Pisa sì: un gol subìto in tre gare, peraltro sul 3-0 con la Cremonese (poi è finita 4-1) per quei nerazzurri che ritrovano, in piazzale Olimpia, il centrale Benedetti. Al netto di Vignato per Giak, cambierà poco il Chievo rispetto al blitz liberatorio di Venezia. O meglio, un cambio forzato scatterà dietro, dove il centrale finlandese Vaisanen si ferma per affaticamento: dentro Rigione, già titolare con Perugia ed Empoli, smezzando con Cesar il compito d’incollarsi a Masucci e Marconi. Poi una possibile variante, tra Esposito e Obi, che giocheranno dal via: Marcolini propone una nuova lettura, spiegando che «entrambi possono fare sia la mezzala che il regista, Obi è più maturo nel rompere il gioco avversario, Esposito ti dà più giocate specialmente lunghe e nulla vieta che durante una partita possano scambiarsi di posizione».
E l’avantreno? Ecco, lì è giusto zoomare su Djordjevic, a referto contro Empoli e Venezia, due graffi consecutivi: non gli succedeva da cinque anni. «Io credo che nessun gol nasca per caso — riflette Marcolini — l’essersi sbloccato può dare a Filip grande entusiasmo e lo stesso vale per noi: il successo a Venezia ci ha fatto ricominciare con tutt’altro morale, lunedì, e come ho detto alla squadra è proprio in questi momenti che non ci si deve accontentare».
In attacco
Fiducia confermata per la coppia con Meggiorini e Djordjevic (due gol consecutivi)