Mister Juric: «Voglio un Verona coraggioso»
Per il croato già una vittoria e un pari con i bianconeri. In attacco parte Di Carmine
Una volta l’ha battuta (3-1, con il Genoa, nel 2016), un’altra l’ha fermata (pareggio 1-1, un anno fa, sempre con i rossoblù). E ci riprova, Ivan Juric, a rendere difficile il gioco alla Juventus.
Il Verona va all’Allianz Stadium spinto dalle sensazioni positive offerte dall’avvio di campionato, con il sostegno dei mille tifosi che seguiranno la squadra a Torino, e con un messaggio che Juric spedisce dritto ai destinatari: «Sulla carta la Juve non ha punti deboli, ma noi andiamo là con la testa libera, per ripetere la prestazione con il Milan». Domenica l’Hellas ha dovuto incassare una sconfitta che ha lasciato una scia di rammarico, perché l’interpretazione della gara con il Diavolo è stata buonissima, ma alcune decisioni arbitrali hanno condizionato la partita. Quel che chiede Juric, però, è replicare, nell’atteggiamento, quanto fatto col Milan, togliendo di torno il finale, ovviamente. «Voglio un Verona coraggioso». Parola, «coraggio», e correlato aggettivo «coraggioso», che entrano nel vocabolario dell’uomo di Spalato con frequenza, perché, a guardar bene, sono tessuto connettivo legato al suo dna di lottatore nato. Certo, poi uno guarda lo schieramento della Juve e strabuzza gli occhi di fronte a una falange di campionissimi e fuoriclasse.
Mercoledì, a Madrid, l’Atletico del Cholo Simeone, ossia una delle formazioni più organizzate d’Europa, si è preso una sonora lezione, finché qualcosa non si è inceppato nel meccanismo difensivo juventino, con quelle titubanze sulle palle inattive che sono costate il pari ai pluriscudettati. «Per la legge dei grandi numeri non potrà essere sempre così — scherza Juric — e poi l’Atletico in determinati situazioni è specialista, le sa sfruttare al meglio e si è visto. Abbiamo preparato delle mosse anche noi per l’occasione, come facciamo sempre, in ogni partita, basandoci sulle caratteristiche dell’avversario». Ecco le scelte, dunque, su cui il tecnico croato non stende veli: «In attacco gioca Di Carmine. L’ho già detto e lo ribadisco: credo sia una punta di qualità, che sa andare in profondità, occupare i sedici metri, fare gol. Ha la mia piena fiducia. Sono convinto che possa dimostrare di essere in grado di proporsi in A ai livelli della B». Niente Tutino, dunque, al posto dello squalificato Stepinski, e niente Pazzini: «Ho pensato anche a lui, ma per ora non ci siamo, non è pronto». Il capitano andrà in panchina. In campo, invece, ci sarà la stessa linea di sbarramento, dietro, che è stata impiegata a Lecce e con il Milan: Amir Rrahmani, Marash Kumbulla, Koray Gunter, il trio è fatto, con Salvatore Bocchetti infortunato (rimane out anche Daniel Bessa) e Pawel Dawidowicz alternativa da considerare. A centrocampo, con Miguel Veloso, l’inesauribile Sofyan Amrabat e poi, confermatissima, la formula del doppio trequartista, con Mattia Zaccagni e Valerio Verre in vantaggio, mentre sulle corsie laterali troveranno posto Davide Faraoni e Darko Lazovic.
Niente concessioni alle regole non scritte del turnover, quindi, benché martedì sia già tempo di tornare in scena, al Bentegodi con l’Udinese per il primo infrasettimanale d’annata: «Il calendario è fitto ma pensiamo soltanto alla Juve, adesso, i prossimi impegni ci porranno di fronte a delle altre necessità», taglia corto Juric. Avanti senza paura, quindi, già. La Signora è nobile e bellissima, infarcita di campioni e campionissimi in ogni reparto. Il Verona umile e operaio, fatto di corsa e di lotta, proverà a mettere un sassolino nelle scarpe eleganti che indossa.
All’Allianz Stadium L’Hellas sarà seguito in questa durissima trasferta a Torino da oltre mille tifosi