Il «Grande Teatro» al Nuovo con Preziosi e Ozpetek
La nuova stagione del Nuovo: «Otto titoli d’autore»
Sembra impossibile che dopo 33 anni di leggendarie rassegne di prosa, il «Grande Teatro» stupisca ancora. Eppure è quel che sta dimostrando l’imminente 34esima stagione, organizzata dal Comune di Verona e dal Teatro Stabile di Verona Centro di Produzione Teatrale, che dal 5 novembre al 22 marzo proporrà otto titoli d’autore, per un totale di 48 rappresentazioni. «Un cartellone di alto livello che cerca cose nuove – dice Gianpaolo Savorelli, che firma il suo ultimo cartellone come direttore artistico, prima di cedere il passo a Carlo Mangolini – e va sempre più connotando il teatro come interessante punto di arrivo di generi non teatrali: tre degli allestimenti sono infatti adattamenti di tre romanzi, mentre uno lo è di un famoso film del 2010. Teatrale al cento per cento, invece, l’altra metà del programma».
Aprirà il sipario L’onore perduto di Katharina Blum, tratto dal romanzo del premio Nobel per la letteratura Heinrich Boll del 1974 nell’adattamento di Letizia Russo e con la regia di Franco Però. A raccontare la storia dell’irreprensibile segretaria che si troverà dipinta come una terrorista dalla stampa scandalistica ci penseranno, dal 5 al 10 novembre, Elena Radonicich, Peppino Mazzotta e la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Dal 19 al 24 toccherà ad Alessandro Preziosi (in foto) salire sul palcoscenico, diretto dal regista Alessandro Maggi per Vincent Van Gogh – L’odore assordante del bianco di Stefano Massini, mentre dal 10 al 15 dicembre Franco Branciaroli e Massimo De Francovich nei panni di Falstaff e il suo servo, scritto da Nicola Fano e Antonio Calenda (quest’ultimo anche alla regia), interpreteranno la dicotomia tra il caso e la ragione, su cui Shakespeare s’interrogò a lungo.
A girar pagina al decennio, ci penserà Silvio Orlando, primo protagonista del 2020 che dal 14 al 19 gennaio darà vita a Si nota all’imbrunire (solitudine da paese spopolato) di Lucia Calamaro, accanto Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini e Maria Laura Rondanini. Uno spettacolo sulla solitudine sociale, tanto radicata quanto sorvolata dalla fretta, dalla distrazione, dai tanti «farò» che non trovano mai posto in agenda. A cambiare argomento sarà Dracula, lo spettacolo che Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini hanno desunto dal romanzo del 1897 e di cui lo stesso Rubini sarà il protagonista insieme a Luigi Lo Cascio, oltre che regista. Il sesto appuntamento è con Jezabel, dal 18 al 23 febbraio, riadattamento del libro di Irene Nemirovsky datato 1936, che vedrà la regia di Paolo Valerio e Elena Ghiaurov come interprete. Se dal 3 all’8 marzo spetterà alla tragedia di Sofocle Antigone con Sebastiano Lo Monaco, Barbara Moselli e gli attori del Teatro Stabile di Catania diretti da Laura Sicignano, l’ultimo titolo sarà Mine vaganti, regia di Ferzan Ozpetek con Francesco Pannofino il film vincitore di due David di Donatello, cinque Nastri d’Argento, quattro Globi d’Oro, in calendario dal 17 al 22 marzo.
«Ci fa onore essere tra le pochissime città che ancora propongono sei rappresentazioni per spettacolo – conclude Paolo Valerio, direttore del Teatro Stabile di Verona – Ad eccezione delle “capitali” teatrali come Roma, Milano, Napoli e Torino, le rappresentazioni sono scese a cinque se non a quattro. E ci fa onore che dal lontano 1986 il Grande Teatro leghi il suo nome al Nuovo. Quest’anno, nel 50enario dello sbarco lunare, il pensiero vola all’edizione 95-96 inaugurata da Marcello Mastroianni con Le ultime lune. E Mastroianni rimanda ad altri protagonisti del Grande Teatro: Giorgio Gaber, Mariangela Melato, Luca De Filippo, Nino Manfredi, Carmelo Bene, Giorgio Albertazzi, Vittorio Gassman, Anna Marchesini… Un autentico tesoro di presenze, per il Nuovo, per la città». Info: www.ilgrandeteatro.comune.verona.it.