Alla vigilia del vertice la Lega sferza Boccia «I veneti non sono contadini analfabeti»
Rizzotto (lista Zaia) rinfaccia al ministro una vecchia gaffe della moglie
Non si ferma la polemica tra la Lega, schierata in difesa del governatore Luca Zaia, e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, che lunedì sarà a Venezia proprio per incontrare Zaia e discutere con lui della travagliata riforma autonomista.
Nel mirino del Carroccio, in particolare, ci sono le parole con cui il ministro ha fatto capire di voler coinvolgere tutte le Regioni - e non solo quelle che già hanno avviato il negoziato - così da trovare dei criteri condivisi per la devoluzione delle materie. Una posizione benedetta dall’ex premier Romano Prodi («L’autonomia non è un problema che riguarda solo tre regioni, ma tutto il Paese. Per questo qualsiasi partito, a cominciare dal Pd, dovrebbe prendere le decisioni dopo aver riunito, insieme, tutti i segretari regionali») ma che secondo i leghisti potrebbe inficiare l’intero percorso, dal momento che difficilmente Veneto e Campania troveranno la quadratura dell’autonomia da attribuire all’una ed eventualmente all’altra.
«L’autonomia si costruisce con il contributo di tutti, a partire però dalla maggioranza del popolo, quello veneto, che due anni fa si è espresso attacca non a caso la capogruppo della lista Zaia Silvia Rizzotto -. Se il ministro pensa che noi veneti siamo terra di contadini e che non sappiamo leggere carte e Costituzione, lo dica chiaramente: c’è già chi si è ignobilmente espresso in questi termini, lui lo dovrebbe sapere bene».
Il riferimento è alla moglie di Boccia, Nunzia De Girolamo, che quand’era deputata dell’allora Pdl, nel 2013, in una trasmissione televisiva sbottò: «Il Veneto è la terra contadina in assoluto». Seguì polemica. Parole che metteranno forse a dura prova l’atteggiamento gandhiano promesso da Boccia, che ieri, ospite della Fiera del Levante di Bari, ha ribadito: «Farò di tutto per costruire una proposta di riforma che tenga per mano il Paese. L’autonomia dobbiamo farla, io ci credo, ma dobbiamo farla nel solco rigoroso della Costituzione, mettendoci nella condizione di erogare a tutti gli italiani gli stessi servizi sulla sanità, sulla scuola, sulle infrastrutture. Se gli italiani chiedono, lo Stato deve rispondere e deve rispondere allo stesso modo».
L’esempio, per il Sud, è la sua Puglia: «Se tutto il Mezzogiorno crescesse come la Puglia, l’Italia sarebbe in un’altra posizione anche in Europa. Mai come in questo momento storico è necessario raccogliere la sfida dell’autonomia, poi toccherà a tutti noi dimostrare che non ci sono due Italie».