In giunta sciolto il nodo dei fondi per il nuovo stadio, rimane quello del rimpasto
(l.a.) Resta aggrovigliato il nodo del rimpasto di giunta, ma si allenta quello sul nuovo stadio. Lunedì s’incontreranno di nuovo i segretari dei partiti di maggioranza. Tra le difficoltà, la scelta del nuovo assessore di Verona Domani. Un’ipotesi è quella di sostituire Francesca Briani (uscita dal partito di Matteo Gasparato) con Marco Zandomeneghi (che di quel partito è il capogruppo comunale) per cui è stata chiesta la delega allo Sport. Così facendo, però, salterebbe l’obbligatoria quota rosa in giunta. Tra le ipotesi, quella di «compensare» Verona Domani con la presidenza di un ente (forse Amt, il cui presidente, Francesco Barini, scade fra sei mesi). Ma Gasparato spiega che «Verona Domani chiede ciò che le spetta, visto che le deleghe erano state concordate ad inizio mandato con tutti i partiti, e noi non siamo interessati a compensazioni o a presidenze». Poi (pur ribadendo fiducia nel sindaco) l’ultimatum: «Le deleghe che ci erano state
assegnate - tuona Gasparato - devono rimanere a Verona Domani: se così non sarà né prenderemo atto». C’è invece un (quasi) via libera della Lega al nuovo stadio. Il 25 giugno, il Carroccio aveva reclamato l’intervento del Credito Sportivo e detto che occorreva evitare la costruzione di uno stadio provvisorio. Dopo di che, il 19 luglio la giunta definiva «necessaria» la procedura a stralci (senza stadio provvisorio) e nell’operazione entrava il Credito Sportivo, cosicché il leghista Vito Comencini spiega ora che «l’incontro con Nuova Arena è stato positivo, ma è necessario accelerare il coinvolgimento del Credito Sportivo». Sull’incontro Sboarina-Esparza, al contrario, Michele Bertucco si dispiace «che i proponenti abbiano dovuto sorbirsi un volo dal Messico solo per confermare le criticità esistenti» mentre «dei possibili finanziatori abbiamo solo una parte dei bilanci, non chiarissimi e scritti in spagnolo».