Donatori di midollo osseo, Verona brilla per generosità
Il caso del piccolo Alex ha lasciato il segno. Compatibilità, tempi rapidi
Undici mesi fa, decine di veronesi si sono messi in fila in piazza Bra: c’era da salvare la vita di un neonato. Molti di loro, in seguito, si sono recati in ospedale, dove hanno subito un piccolo prelievo di sangue, abbastanza per essere «tipizzati» e finire nel grande registro internazionale dei donatori di midollo osseo e di cellule staminali emopoietiche. La storia, alla fine, ha avuto un lieto fine: ad aprile, dopo aver lottato per la vita per sei, interminabili mesi, Alex ha ricevuto l’atteso trapianto da donatore compatibile ed è stato dichiarato fuori pericolo da parte dell’équipe di medici che l’ha seguito. Ma quel gesto di generosità non è rimasto isolato. Anzi, si può dire che l’attenzione alla donazione non solo del midollo, ma anche delle cellule, sia diffusa, a Verona come nel resto del Veneto. Parlano i dati di Adoces, l’associazione dei donatori di cellule staminali: nella regione risultano iscritti al registro Ibmdr, quello che ha «sede fisica» all’ospedale Galliera di Genova (e che raggruppa tutti i potenziali donatori italiani) 64.595 veneti: da soli fanno un settimo del totale nazionale (416mila). In Regione, i veronesi, che vengono conteggiati assieme ai donatori rodigini, pesano per quasi un terzo: 20.128. Ma più che la «generosità locale», comunque fondamentale, fa sperare l’efficienza. Una persona ogni 76 iscritti diventa, effettivamente, donatore: 864 sono quelli che si contano, finora in Veneto (un quinto degli interventi a livello nazionale), 278 nelle province di Verona e Rovigo. Si tratta di un dato molto alto, proprio perché, di norma, è difficile, riuscire ad individuare la persona compatibile, le possibili «combinazioni» sono moltissime. «Ci riusciamo, in media, in due - tre settimane — fa sapere Giorgio Gandini, primario della Medicina trasfusionale del Policlinico di Borgo Roma — si tratta di tempi molto bassi, possibili grazie anche all’omogeneità della popolazione e ai numeri, sempre più importanti, del registro».
Non sempre il match avviene «tra vicini», motivo per cui, da anni, gli enti sanitari nazionali spingono per un’integrazione dei registri a livello mondiale. «In Veneto e, più in generale, nel Nord Italia, di solito non si deve fare molti chilometri — spiega Fabio Benedetti, responsabile del Centro trapianti di midollo osseo di Borgo Roma — ma capita spesso che il donatore compatibile si trovi in Austria o in Germania. C’è poi il caso dei veneziani: è capitato in diverse occasioni che il donatore arrivasse da Cipro, per secoli sotto la dominazione della Serenissima: la ricerca che svolgiamo quotidianamente racconta anche quelli che sono gli spostamenti delle popolazioni umane».
Più difficile trovare compatibilità così rapidamente nel centro-sud Italia (e la cosa vale anche per chi vive in Veneto ma è originario del Mezzogiorno): per questo i volontari stanno lavorando per ampliare i registri in quelle zone. Capitolo a parte, la popolazione immigrata, in particolare quella dei Paesi africani. «Ci è capitato — commentano i medici di Borgo Roma — di non riuscire a poter aiutare una giovane suora originaria della repubblica Centrafricana: non c’erano donatori». Ecco perché l’Adoces si sta ora concentrando sugli studenti di seconda generazione, con campagne nelle scuole. Quello di Borgo Roma è uno dei centri principali in Italia: nel 2018 ha eseguito 84 trapianti autologhi (sullo stesso paziente) e 60 da donatore, e il trend è in crescita. Per la prima volta, in occasione della campagna di sensibilizzazione Match It Now (che si terrà oggi nelle principali piazze italiane) il centro terrà aperto per una settimana (da lunedì 23 settembre a venerdì 27) dalle 8 alle 18 (anziché solo alla mattina) per dare informazioni a quanti sono interessati alla tipizzazione.
Interventi Quello di Borgo Roma è uno dei centri principali in Italia: 144 trapianti nel 2018
Il piccolo Alex Montresor per il quale l’anno scorso si era mobilitata mezza Italia: una storia con un lieto fine