Il nuovo volto dell’Aquila con Brienza
Il dopo Buscaglia è in mano al giovane Brienza Craft e Forray i leader, l’incognita degli italiani
Dopo tredici stagioni, le ultime nove consecutive, l’Aquila Basket si presenterà ai cancelletti di partenza della seria A senza più in panchina Maurizio Buscaglia. Rispetto allo scorso campionato è indubbiamente questa la differenza più sostanziale: per la prima volta da quando i bianconeri sono nella massima serie (quello che inizierà il 25 settembre sarà il quinto anno di fila) toccherà ad un altro tecnico guidare dalla panchina Toto Forray e compagni. La pesante eredità lasciata da Buscaglia è stata raccolta da Nicola Brienza, canturino doc non ancora quarantenne scelto in prima persona dal general manager del club di Piazzetta Lunelli, Salvatore Trainotti.
Non sarà di certo una sfida facile quella che attende il nuovo allenatore anche se le impressioni figlie delle amichevoli estive sono state molto positive. La pattuglia degli americani appare già discretamente coesa, amalgamata e dotata di quel talento che può fare la differenza. Il quintetto base infatti — anche questo una novità assoluta per Trento — sarà completamente a stelle e strisce, toccherà ad Aaron Craft, James Blackmon, George King, Rashard Kelly e Justin Knox partire come titolari. E, salvo sorprese, il minutaggio per loro sarà sempre molto consistente. Sul play dell’Ohio è quasi superfluo soffermarsi, la sua conferma è stata la pietra miliare dalla quale ripartire: consistenza, ordine tattico, difesa e penetrazioni di certo non mancheranno.
La parola d’ordine per le altre operazioni in entrata è stata invece: interscambiabilità. Non si sono cercati specialisti ma atleti in grado di ricoprire più ruoli assicurando buoni risultati. Kelly e King, tra i più positivi nelle prime uscite della Dolomiti Energia, possono infatti essere schierati negli spot di 2-3 e, in particolare il secondo, anche 4. Per Blackmon — la scorsa stagione al suo esordio da rookie in Europa capace di segnare una media di venti punti con Pesaro — il vero salto di qualità sarà rappresentato dall’acquisizione di un’attitudine difensiva. In tal caso non è un azzardo ipotizzare per lui scenari da Eurolega. Knox è un centro di peso e di sostanza — oltre che di esperienza — che però assicura più movimento rispetto ai classici totem che difficilmente escono dalle zone di loro strettissima competenza.
I punti di domanda riguardano invece i giocatori italiani (Toto Forray escluso s’intende). Davide Pascolo è reduce da due stagioni totalmente negative — una a Milano e l’ultima con l’Aquila — riuscirà, quantomeno, a riavvicinarsi a quel giocatore che il pubblico della Blm Group Arena ricorda? Fabio Mian non è mai riuscito ad avere un rendimento costante nell’arco di tutta la sua carriera, sarà la volta buona? E ancora: Andrea Mezzanotte è considerato uno dei migliori prospetti del basket italiano, sarà in grado d’imporsi definitivamente anche tra i grandi? Per carità è pur sempre un classe ’98, il tempo però passa per tutti. Insomma se le certezze sembrerebbero arrivare dagli stranieri, i punti di domanda sono invece tutti made in Italy.
Da non sottovalutare il fatto che, almeno sino a dicembre, la Dolomiti Energia Trentino, impegnata anche in Eurocup, giocherà tre volte a settimana. È chiaro che tutti gli elementi dell’organico a disposizione di Brienza dovranno dare il loro contribuito altrimenti si correrà il rischio di iniziare a rilento come l’anno scorso e vedere compromesso con largo anticipo l’obiettivo finale ovvero il raggiungimento dei playoff.