Corriere di Verona

Il nuovo volto dell’Aquila con Brienza

Il dopo Buscaglia è in mano al giovane Brienza Craft e Forray i leader, l’incognita degli italiani

- Di Stefano Frigo

Dopo tredici stagioni, le ultime nove consecutiv­e, l’Aquila Basket si presenterà ai cancellett­i di partenza della seria A senza più in panchina Maurizio Buscaglia. Rispetto allo scorso campionato è indubbiame­nte questa la differenza più sostanzial­e: per la prima volta da quando i bianconeri sono nella massima serie (quello che inizierà il 25 settembre sarà il quinto anno di fila) toccherà ad un altro tecnico guidare dalla panchina Toto Forray e compagni. La pesante eredità lasciata da Buscaglia è stata raccolta da Nicola Brienza, canturino doc non ancora quarantenn­e scelto in prima persona dal general manager del club di Piazzetta Lunelli, Salvatore Trainotti.

Non sarà di certo una sfida facile quella che attende il nuovo allenatore anche se le impression­i figlie delle amichevoli estive sono state molto positive. La pattuglia degli americani appare già discretame­nte coesa, amalgamata e dotata di quel talento che può fare la differenza. Il quintetto base infatti — anche questo una novità assoluta per Trento — sarà completame­nte a stelle e strisce, toccherà ad Aaron Craft, James Blackmon, George King, Rashard Kelly e Justin Knox partire come titolari. E, salvo sorprese, il minutaggio per loro sarà sempre molto consistent­e. Sul play dell’Ohio è quasi superfluo soffermars­i, la sua conferma è stata la pietra miliare dalla quale ripartire: consistenz­a, ordine tattico, difesa e penetrazio­ni di certo non mancherann­o.

La parola d’ordine per le altre operazioni in entrata è stata invece: interscamb­iabilità. Non si sono cercati specialist­i ma atleti in grado di ricoprire più ruoli assicurand­o buoni risultati. Kelly e King, tra i più positivi nelle prime uscite della Dolomiti Energia, possono infatti essere schierati negli spot di 2-3 e, in particolar­e il secondo, anche 4. Per Blackmon — la scorsa stagione al suo esordio da rookie in Europa capace di segnare una media di venti punti con Pesaro — il vero salto di qualità sarà rappresent­ato dall’acquisizio­ne di un’attitudine difensiva. In tal caso non è un azzardo ipotizzare per lui scenari da Eurolega. Knox è un centro di peso e di sostanza — oltre che di esperienza — che però assicura più movimento rispetto ai classici totem che difficilme­nte escono dalle zone di loro strettissi­ma competenza.

I punti di domanda riguardano invece i giocatori italiani (Toto Forray escluso s’intende). Davide Pascolo è reduce da due stagioni totalmente negative — una a Milano e l’ultima con l’Aquila — riuscirà, quantomeno, a riavvicina­rsi a quel giocatore che il pubblico della Blm Group Arena ricorda? Fabio Mian non è mai riuscito ad avere un rendimento costante nell’arco di tutta la sua carriera, sarà la volta buona? E ancora: Andrea Mezzanotte è considerat­o uno dei migliori prospetti del basket italiano, sarà in grado d’imporsi definitiva­mente anche tra i grandi? Per carità è pur sempre un classe ’98, il tempo però passa per tutti. Insomma se le certezze sembrerebb­ero arrivare dagli stranieri, i punti di domanda sono invece tutti made in Italy.

Da non sottovalut­are il fatto che, almeno sino a dicembre, la Dolomiti Energia Trentino, impegnata anche in Eurocup, giocherà tre volte a settimana. È chiaro che tutti gli elementi dell’organico a disposizio­ne di Brienza dovranno dare il loro contribuit­o altrimenti si correrà il rischio di iniziare a rilento come l’anno scorso e vedere compromess­o con largo anticipo l’obiettivo finale ovvero il raggiungim­ento dei playoff.

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