Corriere di Verona

Effe, non solo la salvezza Ed è Martino la vera star

L’arrivo di Aradori ha chiuso un mercato ambizioso Stipcevic la certezza, Stephens sostituisc­e Sims

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Quattro soli giocatori confermati dall’ultima cavalcata in A2, tre dei quali over 34, se era l’esperienza l’ingredient­e da cui ripartire, ne è stata messa dentro in abbondanza. Leunen e Stipcevic fanno 14 anni di Serie A in due, Daniel in Fortitudo c’è già stato, Sims è stato il miglior lungo della scorsa A2. E se l’idea era che dei rookie americani c’è poco da fidarsi, Kassius Robertson, solo un discreto anno in Germania come assaggio del mondo pro europeo, sembra un rischio calcolato nel reparto punte. Dove si apre il capitolo Aradori, che per molte ragioni sarà l’uomo nel mirino, tutto l’anno e non solo contro la Virtus. Ingombrant­e e meno atletico del normale 3 americano con cui era stata pensata la squadra prima che capitasse l’occasione di prenderlo, l’ex azzurro di questa Pompea potrebbe essere il leader come il parafulmin­e.

A parte Robertson e Fantinelli, che a 26 anni sembra pronto (più il diciannove­nne Dellosto, che farà il decimo), l’unico vero esordiente in Serie A alla fine è il coach. Antimo Martino se l’è guadagnato, un palcosceni­co così, certo la pressione sarà fortissima, e tenere la barra dritta un affare complicato, quando inizierann­o a piovere le sconfitte, a cui il mondo Fortitudo dopo quattro anni di A2 è poco abituato. Con una squadra che punti nelle mani ne ha, e semmai è nella tenuta difensiva che dovrà dimostrars­i all’altezza della serie A, la sensazione è che il coach molisano — e Marco Carraretto con lui — sappia quello che sta facendo.

La nuova Fortitudo rinata nel 2013 si direbbe tutt’altro che a rischio di crisi del settimo anno. Al contrario: squadra interessan­te, pubblico fedelissim­o, palazzo tutto esaurito per l’intera stagione (ed è il quarto anno consecutiv­o), stavolta c’è pure uno sponsor esterno alla solita cerchia — Pompea — a dare un’idea di consistenz­a, là dove si era sempre vissuto sul filo, grazie alla sola passione della gente. Apertura del campionato a Pesaro, solo la prima di tutta una serie di partite-evento, contro vecchie rivali che non incrociava da un decennio. E del derby, neanche parlarne.

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