Primi cantieri veronesi per l’Alta velocità «Sarà pronta nel 2027»
Esce il secondo bando. Miller: «Bene ma serve un commissario». De Berti: «Finita entro il 2027 »
Fra Sommacampagna e Sona spuntano i primi cantieri veneti dell’alta velocità proprio nei giorni in cui Cepav Due dà notizia del secondo bando di gara della tratta Brescia-Verona rimasta al palo, giova ricordarlo, per oltre un anno per un cortocircuito fra Mit, ministero delle Infrastrutture, Rfi e il general contractor, appunto. Nell’ultimo scorcio dell’era Toninelli al Mit, però, i documenti necessari ad avviare la macchina degli espropri sono stati prodotti da Rfi e i risultati sono un bando di gara via l’altro. Pubblicati a tambur battente da Cepav Due. Ed ecco le prime chiazze d’arancio-cantiere su suolo veneto.
Barriere di sgargiante plastica arancio e i cartelli d’ordinanza che riportano il nome del general contractor «Cepav Due» e il numero del cantiere.
Fra Sommacampagna e Sona spuntano i primi cantieri veneti dell’alta velocità proprio nei giorni in cui Cepav Due dà notizia del secondo bando di gara della tratta Brescia-Verona rimasta al palo, giova ricordarlo, per oltre un anno per un cortocircuito fra Mit, ministero delle Infrastrutture, Rfi e il general contractor, appunto. Nell’ultimo scorcio dell’era Toninelli al Mit, però, i documenti necessari ad avviare la macchina degli espropri sono stati prodotti da Rfi e i risultati sono un bando di gara via l’altro. Pubblicati a tambur battente da Cepav Due.
E, appunto, le prime chiazze d’arancio-cantiere su suolo veneto. Il primo bando da 205 milioni per la realizzazione della galleria di Lonato del Garda è comparso il 6 agosto scorso. Ieri si è data notizia di un secondo bando con base d’asta di circa 147 milioni di euro che prevede come termine di presentazione delle offerte il 5 novembre. Scrive il general contractor nella nota: «bando per l’affidamento dei lavori e delle relative opere di consolidamento della linea ferroviaria AV/AC Milano -Verona - tratta Brescia Est - Verona».
Il bando prevede la realizzazione di «rilevati ferroviari, due trincee ferroviarie, due gallerie artificiali policentriche ferroviarie, una galleria naturale policentrica ferroviaria e relative opere di completamento connesse e/o interferenti (sottopassi, sottovia, cavalcavia e opere stradali) situate in provincia di Verona, nei comuni di Sona e Sommacampagna». Detto fatto, le aree interessate sono già in fase di delimitazione del cantiere. Perché l’ordine di scuderia, ora, è di non perdere neppure un minuto.
Anzi, se possibile, di recuperare il tempo perduto anche perché della cosiddetta «Tav veneta», la prima tratta sulla Brescia-Verona è la più complessa a causa di gallerie e delicatezza dei territori attraversati. Si parla di 11 comuni attraversati nelle province di Brescia, Mantova e Verona per un tracciato di 48 km, compresi i 2,2 km dell’interconnessione «Verona Merci» di collegamento con l’asse Verona – Brennero. Un punto cruciale visto che coincide con l’intersezione fra il corridoio europeo est-ovest «Mediterraneo» e, in perpendicolare, il corridoio nord-sud «Scandinavo-Mediterraneo».
Franco Miller, delegato per le Infrastrutture di Confindustria Veneto spiega: «Questo secondo bando dimostra che la Tav veneta può ritenersi davvero avviata. Certo è che secondo me sarebbe interessante finire antro il 2025 per avere l’alta velocità in tempo per le Olimpiadi invernali del 2026. E per bruciare le tappe del cronoprogramma, però, servirebbe un commissario. E mi risulta che al Mit non fossero refrattari all’idea. Così come confidiamo in un impulso del nuovo ministro Paola De Micheli per velocizzare la fine dei passaggi progettuali della Verona-Vicenza e della Vicenza-Padova che è ancora più arretrata. Il tutto è fermo in Italferr, controllata di Gruppo FS. L’intero tracciato veneto è già finanziato, ora si deve accelerare». L’idea è di cantieri in contemporanea che, da Verona in poi, avranno un altro general contractor, il consorzio Iricav Due che comprende Astaldi, Salini Impregilo, Ansaldo, Condotte e Fintecna.
«Certo che c’è fretta - conferma l’assessore regionale Elisa De Berti - per noi il quadruplicamento ferroviario è ossigeno indispensabile. Che sia pronto entro il 2025 è complicato ma senz’altro dovrà esserlo entro il 2027 quando entrerà in funzione il tunnel di base del Brennero che connetterà i due principali corridoi europei. E sìconclude De Berti - un commissario può velocizzare la realizzazione dell’opera, se il ministro valutasse questa strada come Regione non ci opporremmo di certo. Diciamo che con il ministro De Micheli ci sono estremi per lavorare in maniera spedita. Dai primi contatti, mi risulta che il nuovo ministro sia una donna molto operativa e sul pezzo».
147 milioni di euro è il valore del secondo bando per la Tav veneta