Confindustria Veneto, Zoppas lascia la presidenza
Matteo Zoppas (in foto) lascia in anticipo la presidenza di Confindustria Veneto per «indifferibili impegni di lavoro».
Matteo Zoppas lascia la presidenza di Confindustria Veneto in anticipo di due anni. Il fulmine a ciel sereno è piombato ieri sera, al termine del consiglio di presidenza dell’associazione regionale degli Industriali, andato avanti a Mestre per due ore. Lì, secondo quanto emerso, il presidente, dopo aver esaurito i punti all’ordine del giorno, ha comunicato ai colleghi delle territoriali la decisione di lasciare in anticipo la presidenza a metà mandato. Decisione improvvisa, per l’ex presidente di Confindustria Venezia, 45 anni, in sella alla struttura regionale dal 15 febbraio 2017, come successore del vicentino Roberto Zuccato. Avrebbe dovuto lasciare la carica all’inizio del 2021.
Di certo il passo ha sorpreso i più. Non più tardi di sabato Zoppas era in prima fila all’assemblea di Confindustria Vicenza, alla Marzotto di Valdagno. E nulla era trapelato su una decisione imminente. La nota emessa da Confindustria Veneto spiega il passo con «indifferibili impegni di lavoro», che l’avrebbero spinto ad «anticipare la conclusione del mandato», con la garanzia però al consiglio di accompagnare «il periodo di transizione», di rimanere in carica fino alla definizione del successore. Il richiamo è in sostanza ad impegni crescenti nelle aziende di famiglia, in particolare nella San Benedetto l’azienda delle acque minerali di Scorzé, nel Veneziano.
Secondo la nota ufficiale emessa da Confindustria Veneto, il consiglio ha preso atto della decisione, ed ha ringraziato «unanimemente il presidente per l’impegno e la passione con cui ha condotto la federazione regionale». «È stato un percorso intenso, pieno di soddisfazioni e di importanti traguardi raggiunti - è la dichiarazione ufficiale di Zoppas -. L’evoluzione del contesto professionale mi induce a dedicare tempo ed energie esclusivamente all’attività aziendale». Poi, dopo la riunione, la cena tra Zoppas e i presidenti, servita forse ad approfondire il perché della decisione. «Lo capisco: dopo dieci anni in Confindustria arrivi a dover mettere in fila le priorità», dice il successore di Zoppas a Venezia, Vincenzo Marinese.
L’indicazione dei motivi di lavoro chiude la porta a dissidi entro Confindustria. Zoppas era stato indicato al vertice regionale a fine 2016. Dopo che il Veneto si era spaccato nell’elezione del leader nazionale tra le candidatura di Alberto Vacchi, per cui si erano schierati Padova, Treviso e
Belluno, e di Vincenzo Boccia, poi eletto, su cui l’allora leader di Vicenza, Giuseppe Zigliotto, aveva coagulato anche i voti di Verona, il cui leader Giulio Pedrollo era divenuto poi vice di Boccia, e di Venezia-Rovigo, guidato proprio da Zoppas. Divenuto poi leader regionale proprio per l’intesa tra le tre territoriali. Ma proprio il clima avvelenato di quell’elezione aveva fatto rimanere in stallo la presidenza, che poi ha affrontato il nodo della gestione del Premio Campiello e della riorganizzazione della Fondazione Nordest. E il livello regionale uscito depotenziato dalla riforma Pesenti rispetto alle territoriali e i progetti di fusione in corso, in cui Treviso-Padova stanno accelerando l’aggregazione con Venezia-Rovigo, forse, non hanno facilitato l’idea di rimanere in sella.
Resta da mettere a fuoco a questo punto anche il percorso di successione. L’uscita di scena di Zoppas, specifica la nota di Confindustria Veneto, è una chiusura di mandato. Che dovrebbe aprire, con lo statuto varato tre anni fa dopo la Riforma Pesenti, più che alla nomina di un reggente entro il consiglio attuale, concesso nel caso di un presidente impossibilitato a svolgere il mandato, ad un mandato nuovo vero. La nota di ieri sera specifica che «il presidente, d’intesa con i presidenti delle territoriali, convocherà a breve un consiglio per definire il percorso di rinnovo». Secondo lo schema che vede i 7 membri del consiglio di presidenza (i cinque delle territoriali, più i leader regionali dei Giovani e della Piccola, il vicentino Eugenio Calearo Ciman e il veronese Paolo Errico) nominare i tre «saggi» per raccogliere le candidature e sottoporle al consiglio, che voterebbe il nuovo presidente per testa. Con una maggioranza quindi comunque in mano a Verona-Vicenza.