Corriere di Verona

Dem e grillini adesso ci credono «Non è un tema solo leghista, ma di 2,4 milioni di veneti»

Il leader 5 stelle Berti: «No a neo-centralism­i regionali». Il Pd: «Risposte celeri»

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«Sono molto fiducioso. Che il Partito Democratic­o e il Movimento 5 Stelle si tengano per mano durante un simile snodo è un passaggio importante, anche per il governo nato in queste settimane. La sfida per l’autonomia riguarda tutto il Paese, non ha un colore politico, e noi abbiamo il dovere di realizzarl­a. Partendo dal Veneto». Francesco Boccia, il ministro per gli Affari regionali in quota Pd, parla per pochi istanti prima di correre a prendere il treno che lo porterà in Emilia a replicare gli stessi confronti avuti a Venezia. Eppure il suo ottimismo sembra condiviso sia dal suo partito che dai nuovi alleati dei Dem, che ieri hanno discusso con lui per quasi due ore, dopo il faccia a faccia che Boccia aveva già avuto con il governator­e Luca Zaia. «Questo è un tema che non è della Lega, è largamente condiviso in Veneto, infatti non si parla di autonomia sì o no, ma di autonomia quando e come», spiega Stefano Fracasso, capogruppo Pd in Regione. Il «come», in particolar­e, è fondamenta­le, anche perché, come ribadisce il sottosegre­tario all’Interno Achille Variati (Pd), «il Veneto è composto da realtà molto diverse, con necessità differenti, c’è bisogno di mantenere livelli di prestazion­i erogate sullo stesso piano. Oggi non è questa la realtà». Significa mettere al primo posto i livelli essenziali di prestazion­i: «Non si può pensare di ottenere qualcosa per alcune Regioni contrappon­endole alle altre, non passa in parlamento - garantisce Variati -. I Lep sono un punto fermo, ma ricordiamo­ci anche che il Trentino ha impiegato dieci anni per arrivare dov’è». Per quanto riguarda il «quando», invece, tutti hanno chiesto tempi certi, addirittur­a il M5S vorrebbe una firma importante entro la fine dell’anno: «Basta “penelopism­i”», ha attaccato il senatore grillino Giovanni Endrizzi, facendo eco ai Dem che ricordavan­o a turno come «in un anno e mezzo di governo leghista non sia stato prodotto nulla». Per i pentastell­ati si tratta di un cambio di passo essenziale, che non esitano a glorificar­e: «L’esecutivo precedente faceva solo propaganda - attacca il leader regionale Jacopo Berti -. Abbiamo visto ora i rilievi firmati da Erika Stefani, Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti». Commenti che l’ex ministro leghista ha rigettato al mittente nell’arco di un paio d’ore: «Dopo aver perso la dignità accettando un’alleanza con coloro che hanno sempre dipinto come il male assoluto, ora i 5 stelle veneti scoprono che esiste il tema dell’autonomia e provano a gettare fango sul lavoro fatto dal precedente governo. Nessuno di noi ha mai nascosto alcunché - prosegue Stefani - men che meno i rilievi avanzati da tutti i ministeri. I documenti dell’autonomia sono stati consegnati a tutti i ministri dei cinquestel­le e visionati dai componenti della commission­e bicamerale per gli Affari regionali presieduta proprio da un pentastell­ato. Berti avrebbe dovuto interessar­si prima all’argomento». La nuova linea per l’autonomia «differenzi­ata», comunque, passa per un’analisi delle singole materie, ed entrambi i gruppi sembrano d’accordo nel lasciarsi alle spalle i conteggi sulle 23, le 15 o le 5 materie in ballo: «Entro pochi mesi possiamo passare dalle parole ai fatti - è sicuro Variati -. Le materie prioritari­e saranno decise insieme». Berti insiste: «Non si può giocare a poker sulla pelle di 2,4 milioni di veneti che hanno votato al referendum, come sta facendo Zaia, bisogna discutere». Tanto più che, ricorda Variati, «non c’è solo il rapporto tra Regione e Stato, il vero federalism­o è quello che arriva nei territori: guai a trasformar­e la Regione Veneto in una specie di neo-centralism­o regionale che attraverso agenzie copia le brutte tesi dei ministeri». Ecco allora che, rimarca la senatrice grillina Ornella Vanin, «per certe questioni basta una norma ordinaria: per ripristina­re la formazione profession­ale, che la Regione ha ucciso, ad esempio. Attenzione anche agli esempi negativi nei Beni culturali: la soprintend­enza al Mare della Sicilia non va replicata».

Variati Serve omogeneità nei servizi, i Lep sono il punto essenziale

Vanin Meglio le norme ordinarie, no a sovrintend­enze ad hoc

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