Truffe, 266 gli anziani raggirati lo scorso anno
I dati della prefettura: «Denunciate»
Non c’è difesa senza informazione. Questo il concetto comune uscito dall’evento tenutosi domenica e organizzato da Anap Confartigianato Verona, prefettura e Comune di Verona – polizia municipale, dal titolo «Più Sicuri Insieme», realizzato nell’ambito della quarta edizione dell’omonima campagna nazionale voluta dall’associazione nazionale anziani pensionati (Anap), Ministero dell’Interno e tutte le Forze dell’Ordine: Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. Secondo i dati forniti dalla prefettura nel Veronese nel 2017, le truffe a danno degli over 65 denunciate sono state 201, mentre nel 2018 il numero è salito a 266, comprensivo dei raggiri informatici, che negli ultimi anni hanno preso sempre più piede. Sempre nel 2017, il totale delle truffe e dei furti che hanno visto come vittime anziani ultra-sessantacinquenni ha toccato quota 2.997, con l’esclusione delle rapine, che presuppongono modus operandi comprensivi di atti violenti o coercitivi, ben oltre il raggiro.
«La truffa è un reato odioso – ha affermato il prefetto vicario Angelo Sidoti – perché colpisce soggetti deboli, in particolare gli anziani, che vivono sempre più in condizioni di solitudine e isolamento, sia sul piano familiare sia sociale». Il presidente di Confartigianato Verona Andrea Bissoli, ha ricordato che «dobbiamo prestare massima attenzione non solo ai nostri cari, ma anche a noi stessi, perché questi delinquenti escogitano truffe sempre più elaborate». Tanto che il dirigente della squadra mobile Roberto Di Benedetto ha sottolineato come «tutti ci cascano – non solo gli anziani. Il consiglio è di non rispondere alle domande, ma di farle ed essere insistenti e diffidenti: se il truffatore capisce che poniamo in dubbio il suo operato se ne andrà».
Le tipologie di truffe sono in continuo aggiornamento. «Ogni giorno ci troviamo di fronte a stratagemmi nuovi – ha detto il maggiore dei Carabinieri Stefano Caneschi, comandante della compagnia di Verona –. L’aspetto che li accomuna è il tentativo di creare soggezione o confusione nella vittima. Alla fine il danno non è solo patrimoniale, per i beni sottratti, ma soprattutto morale, per la vergogna di essersi fatti raggirare da soggetti di cui ci si fidava».