Botte, rapina e poi il sequestro Notte di follia dopo la disco
Spresiano, la vittima se la caverà. Presi i due aggressori: volevano il pin del bancomat
A fine serata, SPRESIANO (TREVISO) avendo bevuto un bicchiere di troppo, ha preferito riposarsi un po’ prima di mettersi al volante. Uscito dall’Odissea di Spresiano si è steso nella sua auto e ha chiuso gli occhi, ma presto è stato svegliato da due ragazzi. «Ci daresti un passaggio?», gli hanno chiesto. Lui ha risposto di no, non avendoli mai visti prima. Un rifiuto che non è andato giù ai due giovani, entrambi ubriachi, che hanno scatenato la loro furia. Lo hanno trascinato fuori dall’auto, malmenato e derubato. Poi lo hanno fatto risalire e tenuto in ostaggio mentre guidavano per 40 chilometri. Pretendevano che lui rivelasse i codici del bancomat e della carta di credito.
Si è conclusa con le manette la folle notte di un 20enne e un 23enne di Maddaloni (Caserta) che hanno rapinato e sequestrato un 45enne trevigiano nella notte tra sabato e domenica a Spresiano. Tutti e tre avevano trascorso la serata all’interno di una discoteca, ma i carabinieri escludono che si conoscessero. I due ventenni hanno dichiarato di essere arrivai nel Veneziano da pochi giorni, forse per un nuovo lavoro nella zona di Noventa di Piave (così hanno dichiarato). Il 45enne, invece, abita a Spresiano. Una volta uscito dal club si è messo a riposare nella sua macchina nel parcheggio. Proprio qui lo hanno raggiunto gli aggressori che gli si sono scagliati contro.
Lo hanno preso a calci e pugni e si sono fatti consegnare portafogli, cellulare e chiavi. Dopo averlo picchiato (l’uomo è stato dimesso dall’ospedale con una prognosi di quindici giorni) lo hanno fatto risalire sul sedile posteriore e «piantonato» da uno dei due. Il complice, invece, si è messo al volante ed è partito. Non avendo più il cellulare, il 45enne è rimasto per almeno un’ora in balia dei due casertani. Durante il tragitto più volte hanno cercato di costringerlo a rivelare i codici delle carte di credito. Volevano prelevare altro denaro ma lui non ha mai ceduto, aspettando forse l’occasione giusta per incastrarli. E quel momento è arrivato dopo circa 40 chilometri, quando il conducente ha parcheggiato la macchina nei pressi di un bar a Caposile di Musile di Piave. Qui i due ventenni sono scesi e si sono allontanati, anche se di poco, forse per discutere sul da farsi.
Ed è stato in quegli attimi che un passante si è accorto che in quel parcheggio stava accadendo qualcosa. Si è avvicinato e ha visto il 45enne con il volto tumefatto, ha capito tutto e ha chiamato il 112. I carabinieri della compagnia di San Donà, guidati dal nuovo comandante Daniele Brasi, in quattro minuti sono arrivati sul posto e hanno rintracciato la coppia di sequestratori mentre cercava di allontanarsi a piedi. I due, uno incensurato e l’altro con un precedente di polizia, hanno tentato di disfarsi del bottino che è stato, invece, recuperato. Portati in caserma, sono stati arrestati. Ieri il gip ha convalidato l’arresto e disposto gli arresti domiciliari nelle loro case a Maddaloni.