La Via Crucis veronese parte per Gerusalemme
Le formelle in partenza per Gerusalemme: si compie un progetto nato nel 2003
Sono in partenza per la Terra Santa le formelle della via Crucis veronese che troveranno casa a Gerusalemme. Ieri la benedizione del vescovo Zenti con i mecenati che hanno finanziato l’opera.
Maria allarga le braccia, senza lacrime, senza rimpianti per accogliere suo Figlio nel momento più difficile: la Via Dolorosa, percorsa con la Croce sulle spalle. È forse la scelta più coraggiosa, meno in linea con la tradizionale iconografia cristiana, di Alessandro Mutto, lo scultore veronese che, per sempre, legherà il suo nome a un brandello di Terra Santa, nel cuore di Gerusalemme, dove arriveranno, domenica 6 ottobre, le formelle che ricordano le 14 stazioni della Via Crucis.
«Ho voluto che fossero realistiche — spiega l’artista — ho fatto delle ricerche sui vestiti dell’epoca, anche se trovare materiale al riguardo è estremamente difficile. Ho scelto di rendere la madre di Gesù in modo tale che non sembrasse affranta dal dolore perché, è stata la mia valutazione, lo vede e lo assiste mentre porta a termine quello che è il suo progetto».
Già benedette, sabato scorso, da papa Francesco (era presente, in Vaticano, una nutrita rappresentanza scaligera) ieri le formelle sono rientrate nella diocesi d’origine, quella Chiesa di San Zeno che, in uno sforzo collettivo che si è affiancato all’estro e allo studio dell’artista, le ha concepite. «Abbiamo il privilegio — ha detto il vescovo Giuseppe Zenti che ieri, proprio nella basilica dedicata al «vescovo moro» ha impartito alle opere la sua benedizione — di poter piantare un seme d’arte in Terra Santa. Un’opera che rimarrà e che parlerà di Verona».
Uno sforzo collettivo, si diceva, perché il progetto parte già nel lontano 2003, in occasione della posa della «Porta della Pace» donata dalla fonderia Bnm e posta all’ingresso che conduce, a Gerusalemme, dalla basilica di Santa Caterina alla basilica della Natività. Fu allora, che Roberto Brizzi, imprenditore e titolare della fonderia, assieme a padre Ibrahim Faltas, parroco cattolico di Gerusalemme ha cominciato a pensare al progetto. Poi sono arrivati i mecenati: dodici tra aziende e realtà veronesi che hanno adottato una formella ciascuno, contribuendo al progetto. Nell’elenco figura l’aeroporto Catullo, Aia con il gruppo Veronesi, la Bauli, il gruppo vitivinicolo Bolla, la Fondazione Cattolica Assicurazioni, il pastificio Giovanni Rana, il gruppo Mion (proprietario del supermercato Migross), la Multitrend di Raffaele Tripepi, l’abbigliamento Nalini - Carcereri, il pastificio Avesani, la Velx Servizi. Hanno contribuito, inoltre, due benefattori da fuori i confini cittadini.Molti di loro hanno voluto essere presenti ieri: Giovanni Rana che, nello scambio di battute avuto con il Santo Padre, incontrato con il figlio l’ad Gian Luca Rana, ha promesso a Francesco di inviargli dei tortellini, Carlo Veronesi, Stefano e Walter Mion e Adriano Tomba per la Fondazione Cattolica. «Un magnifico lavoro di creazione, nato qui da noi, finanziato da sponsor locali — il commento di Rana — c’è da andare orgogliosi: abbiamo fatto squadra per qualcosa di grande».A portare i saluti dell’amministrazione, il sindaco Federico Sboarina, che ha guidato la delegazione dal Papa. «È stata un’emozione unica — ha raccontato — rappresentare la nostra città davanti al Santo Padre. Ci saranno milioni di persone, i pellegrini che ogni giorno percorrono la Via Dolorosa ad ammirare quest’opera».Nove delle 14 formelle, quasi quadrate e larghe mezzo metro, saranno posizionate lungo il percorso. Le altre cinque troveranno spazio nella cappella della Custodia di Terra Santa dei padri francescani all’interno del Santo Sepolcro: il luogo dove la tradizione cristiana vuole siano state deposte le spoglie mortali di Gesù prima della resurrezione.