Clima, onda verde anche a Verona
Mobilitazioni nel Nordest Cori e blocchi del traffico. Nelle scuole scoppia il caso giustificazioni: presidi divisi sulle assenze
Diecimila in corteo, poi le pulizie. Piazze piene in Veneto, Greta twitta il corteo di Venezia
Studenti in piazza per VENEZIA l’ambiente, adesione record in Veneto: 100 mila presenze. A Verona erano in 10mila Con loro, anche molti adulti, a cominciare da alcuni professori. Protagonisti,i cartelli dove è stato dato libero spazio alla fantasia e alla provocazione.
Sarà stato forse quel veemente «How dare you!», «come osate!» sputato a brutto muso da Greta Thunberg all’Onu a dare nuovo slancio ai Fridays for future (#fff) contro i cambiamenti climatici, di certo ieri è stata part ecipazione record in una quindicina di città venete. C’è addirittura chi parla di centomila in piazza. E la prima notizia è che i cortei non hanno occupato solo i 7 capoluoghi di provincia (con inevitabili blocchi del traffico) ma si sono moltiplicati anche nei centri minori, da Schio a Bassano, da Chioggia a San Donà, da Vittorio Veneto a Castelfranco. A far la parte del leone le città maggiori: 15 mila a Padova, 10.000 a Venezia e Verona. In corteo liceali all’ultimo anno e «matricole» delle elementari di appena sei anni. La trasversalità del movimento dei venerdì per il futuro, i #fff nella lingua social dei giovani protagonisti, sta anche in questo. Mai troppo giovani per difendere il pianeta. Stavolta, sui cortei era calata la benedizione del neo ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti che ha invitato i presidi a non chiedere la giustificazione. Un’indicazione che ha messo in imbarazzo più di qualche dirigente scolastico, tanto che quasi tutti hanno scelto di chiederla. «Per fortuna il controllo delle giustificazioni considera Monica Guaraldo, preside del Cornano di Mirano - spetta ai docenti della prima altrimenti ne avrei 750 da controllare». E in effetti la prova del nove sarà stamattina, libretto alla mano. Per capire chi ha davvero «scioperato per il clima» sulle orme della piccola profetessa svedese dalle trecce bionde, Greta Tuhnberg. Per amor di verità, però, va detto che anche chi ha preferito il banco alla piazza si è occupato di ambiente e cambiamenti climatici. Allo Stefanini di Mestre la lezione di scienze ha declinato i fenomeni che causano l’innalzamento delle temperature. E chi insegna lettere ha saccheggiato Pascoli e Leopardi. L’ambiente, a scuola, ci è entrato da un pezzo. Al liceo Duca degli Abruzzi di Treviso, ad esempio,non si conteggeranno le assenze. Perché i liceali trevigiani sono in prima fila: alcune classi hanno barattato la classica gita a Londra con un soggiorno in Comelico a ripristinare i sentieri cancellati da Vaia. Gli adulti che vivono fra gli adolescenti, presidi e insegnanti, si dividono in due categorie. Chi quasi si commuove a vedere «i nostri ragazzi» lottare per una nobile causa e cerca di stare al passo bisticciando coi fornitori per offrire agli studenti caffè in bicchieri compostabili. E chi lamenta: «Poi però non spengono le luci delle aule». Uno dei pochi presidi che ha scelto di manifestare è Gianni Zen del Brocchi di Bassano e anche lui ha notato la coda del corteo munita di sacchi per raccogliere l’immondizia. Le città sono stata lasciate immacolate. Niente è già più come prima verrebbe da dire. E pare esserne accorta anche Greta che ieri, nel frenetico retweet dei cortei in tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda a Malaga, ha ritwittato anche quello di Venezia.
Zen
Ho visto i ragazzi coi sacchi della spazzatura ripulire tutto il percorso del corteo