Corriere di Verona

Obbligati dai genitori sono entrati in classe «Restiamo indietro»

- Alessandro Macciò

Il carisma di Greta Thunberg non è riuscito a trascinarl­i. Classi piene per un terzo, e in qualche caso anche per metà, ieri mattina al liceo classico Tito Livio di Padova. Tanti allievi sono entrati regolarmen­te a scuola, un po’ per scelta e un po’ per obbedire ai genitori. Ammette Veronica, 14 anni: «La mamma mi ha

obbligata e poi quando ci sono manifestaz­ioni così grandi ho paura che qualcuno possa tirare fuori lo spray al peperoncin­o per fare confusione. Diciamo che la causa era giusta e avrei voluto partecipar­e, ma il rischio era troppo alto». I linea Eleonora: «I miei genitori non hanno nulla contro il corteo, ma non vogliono farmi rimanere indietro col programma. Se la protesta fosse stata di domenica sarei andata e loro sarebbero venuti con me. I prof sono stati contenti di vederci in classe, nell’ora di Scienze abbiamo fatto una lezione sull’ecologia».

Voce fuori dal coro Noemi, 15 anni, che a scuola ci è andata per scelta e cita la lettera

spedita all’Onu da 500 scienziati di 13 Paesi: «Dicono che dall’anno Mille i cambiament­i climatici sono sempre avvenuti e che la maggior parte dell’inquinamen­to non deriva dalle attività dell’uomo ma da cause naturali interne alla Terra. È giusto essere consapevol­i del problema, ma queste iniziative non servono. E poi il 70% dei miei coetanei manifesta solo per saltare scuola, magari passando il tempo a fumare e usare bicchieri di plastica. Di questi temi bisognereb­be parlare in classe. E poi chiedere ai Paesi in via di sviluppo di ridurre le emissioni».

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