Corriere di Verona

La guida vicentina lascia il rifugio sul Monte Bianco «Il ghiacciaio si scioglie e frana»

Perlotto: «Ma l’anno prossimo torno»

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Dal suo rifugio a 2803 metri di altezza guarda le vette e accoglie gli escursioni­sti più arditi. Eppure Franco Perlotto, guida alpina di Recoaro (Vicenza) che da cinque anni gestisce d’estate il rifugio Boccalatte sulle Alpi Graie, quest’anno se n’è dovuto andare con un paio di settimane di anticipo: a fine agosto è sceso in pianura chiudendo il punto di sosta montano, dopo che una frana partita da uno dei ghiacciai circostant­i aveva bloccato l’unica via di accesso. «Il cambiament­o climatico si vede, i ghiacci si sciolgono più repentinam­ente – spiega – ma rassicuro i tanti appassiona­ti che l’anno prossimo riaprirò come sempre: a partire da fine giugno».

Una terrazza avvinghiat­a alla roccia e sospesa sui ghiacciai, che sfida la natura – e la gravità – da più di un secolo. È il rifugio Boccalatte, realizzato nel 1881 in legno, poi ricostruit­o in pietra. Il punto di sosta nella val Ferret, uno dei primi costruiti sul versante italiano del Monte Bianco, è nel territorio del Comune valdostano di Courmayer ed è strategico per gli itinerari alpinistic­i verso punta Whymper, Dome de Rochefort e Grandes Jorasses. Perlotto – 62enne ex sindaco recoarese con un passato nell’alpinismo e nella cooperazio­ne internazio­nale – lo gestisce da cinque anni su incarico del Cai di Torino. Prima di lui il rifugio era stato otto anni chiuso, senza un gestore. «A fine agosto delle scariche di detriti dal seracco Whymper, una parte di uno dei ghiacciai vicini al rifugio, ha bloccato il sentiero. Ora si può raggiunger­e il Boccalatte solo con l’elicottero» spiega l’alpinista.

La stagione quindi «quest’anno è finita in anticipo. Del resto l’acqua aveva già iniziato a congelare, di notte si andava a meno sette quindi avrei comunque chiuso a breve».

In ogni caso, Perlotto tornerà su a breve: «Venerdì prossimo andrò su in elicottero, assieme a una squadra di operai, per una serie di lavori necessari nel rifugio in vista dell’inverno: interventi alle grondaie e al pavimento. Fortunatam­ente per via aerea si può arrivare senza problemi».

A bloccare la via d’accesso terrestre in agosto è stato il ghiacciaio Whymper, ma in questi giorni nella zona della val Ferret desta grande impression­e anche lo scioglimen­to in corso di una parte del ghiacciaio Planpincie­ux. «Nel punto in cui sta avvenendo il crollo, e da cui derivano le frane di detriti che finiscono sulla strada a valle, le riduzioni che sono state rilevate dagli esperti mostrano un calo di 40, 50 centimetri al giorno – spiega Perlotto – non sono pochi. Quello che sta venendo giu è un pezzo di 250mila metri cubi, anche se è solo una parte del ghiacciaio vero e proprio. Le cause? L’estate calda, i fenomeni di abrasione fra ghiaccio e roccia. Il cambiament­o climatico».

Si notano anche dal Boccalatte, le modifiche dovute al surriscald­amento globale: «Certo, quando il ghiaccio si scioglie è tutto molto più repentino di una volta. Poi, non si deve esagerare: non è che da un anno all’altro sparirà il Monte Bianco – avverte l’alpinista – in ogni caso sono favorevole a che se ne parli tanto, come in questi giorni: la descrizion­e di quello che sta accadendo è un’ottima risposta per i negazionis­ti».

Sgretolato

Il ghiacciaio perde mezzo metro al giorno ma non vuol dire che sparisca in breve tempo

L’allarme

Non bisogna esagerare anche se è bene che se ne parli e tanto: è davvero colpa del nuovo clima

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Franco Perlotto, 62 anni. guida alpina di Recoaro (Vicenza), comune del quale è stato pure sindaco, da cinque anni gestisce d’estate il rifugio Boccalatte sulle Alpi Graie
Guida alpina Franco Perlotto, 62 anni. guida alpina di Recoaro (Vicenza), comune del quale è stato pure sindaco, da cinque anni gestisce d’estate il rifugio Boccalatte sulle Alpi Graie

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