Corriere di Verona

Laureati in corsia, il ministro: «Soluzione più complicata»

Speranza apre invece all’assunzione degli specializz­andi. E le Regioni gli scrivono

- Michela Nicolussi Moro

Marcano stretto il governo, le Regioni, decise a far diventare legge il documento con i 16 interventi per fronteggia­re la carenza di medici elaborato dal Veneto e approvato giovedì da tutti i governator­i. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, nelle cui mani è stato consegnato il piano. «Auspico che le proposte regionali siano condivise dal governo e tradotte in normative straordina­rie e urgenti per non mettere a rischio la tenuta del nostro sistema sanitario — scrive Bonaccini —. Con l’occasione rappresent­o la piena disponibil­ità delle Regioni a definire un serrato calendario dei lavori».

Dal canto suo Speranza, intervista­to dal Tg3 proprio sulla mancanza di 50mila camici bianchi negli ospedali italiani (1300 in Veneto), ha dichiarato: «Abbiamo bisogno di trovare soluzioni immediatam­ente, con le profession­i e con le Regioni, partendo dal superament­o di quei tetti alla spesa che in questi anni sono stati troppo rigidi e hanno bloccato l’accesso di nuove profession­alità al sistema». Quanto al documento delle Regioni, che prevede l’assunzione di specializz­andi e laureati abilitati ma senza specializz­azione, il ministro della Salute ha detto: «Possiamo lavorare sull’idea degli specializz­andi, l’altra strada è molto più complicata. Quel che è certo è che dobbiamo dare una risposta, abbiamo bisogno di inserire nuovo personale nel Sistema sanitario nazionale». Ma al momento la precedenza va all’abolizione del superticke­t di 10 euro. «La nostra priorità è la lotta alle diseguagli­anze — ha annunciato Speranza — dobbiamo dare una mano a chi è rimasto indietro in questi anni. Penso ad esempio alle tante persone che non si curano come dovrebbero per motivi economici. La Costituzio­ne dice che la salute è un diritto fondamenta­le dell’individuo e togliere il superticke­t è un segnale che va in questa direzione, perché aiuta le persone ad accedere meglio e in maniera più efficace ai servizi del nostro sistema sanitario». Va detto che il documento delle Regioni necessita di una copertura finanziari­a non indifferen­te, se solo la giunta Zaia ha previsto 25 milioni di euro per l’assunzione di 500 non specialist­i da impiegare nei Pronto Soccorso (320), nelle Medicine e nelle Geriatrie (180). Alla prima selezione lanciata il 15 settembre per i 320 del Pronto Soccorso hanno già risposto in 130 e c’è tempo fino al 3 ottobre. Il 15 del mese prossimo uscirà l’avviso di selezione per gli altri 180.

Tornando alla copertura economica, ragiona Pierpaolo

Roberto Speranza Bisogna trovare soluzioni subito. Possiamo lavorare sull’idea degli specializz­andi

Baretta, sottosegre­tario all’Economia: «L’emergenza medici c’è di sicuro e trascende la singola regione, è un problema nazionale. C’è bisogno di un piano straordina­rio del governo, stiamo facendo le necessarie valutazion­i».

Intanto i sindacati non nascondono la propria contrariet­à a un piano che prevede anche di spostare l’età pensionabi­le degli ospedalier­i da 65 a 70 anni. «Una follia — commenta Daniele Giordano, segretario regionale di Cgil FP — parliamo di profession­isti sottoposti a un lavoro massacrant­e, giorno, notte e pure nei festivi. Noi siamo per aumentare le borse di studio per gli specializz­andi. Se invece si vuole scardinare il sistema inserendo laureati con una formazione diversa e magari assunti a partita Iva, ci batteremo per impedirlo». In linea la Cimo, con il segretario Giovanni Leoni: «Con i 25 milioni stanziati dalla Regione, si possono immettere nelle Scuole di specialità altri mille iscritti, che si sommerebbe­ro agli attuali tremila, tra Padova e Verona. Assumiamo quelli del quarto e quinto anno e facciamo spazio ai nuovi: la formazione deve restare in capo all’Università. I neolaureat­i — chiude Leoni — non sanno cosa li aspetta, non hanno i requisiti di base per garantire l’assistenza ai malati, perché devono formarsi».

 ??  ?? In fugaDal 2005 al 2015 oltre 10mila medici hanno lasciato l’Italia per lavorare all’ estero. Dal Veneto se ne va un centinaio l’anno
In fugaDal 2005 al 2015 oltre 10mila medici hanno lasciato l’Italia per lavorare all’ estero. Dal Veneto se ne va un centinaio l’anno
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy