Corriere di Verona

I primi vent’anni di Carraro in India Altri 20 milioni per ampliare Pune

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In vent’anni i dipendenti nei tre stabilimen­ti aperti vicino a Pune sono saliti a 1.400, tra cui 60 ingegneri in un centro ricerca, lo stesso di quelli in forza in Italia e i ricavi lo scorso anno hanno superato raggiunto i 100 milioni di euro, il 17% dei 624 milioni di euro prodotti nel 2018 da Carraro. Ed ora parte un nuovo ampliament­o delle strutture a Pune, altri cinquemila metri quadrati che entreranno a regime nel 2021sui 57 mila già attivi, con altri 20 milioni di investimen­ti che si aggiungono ai cento investiti fin qui, che consentira­nno di incrementa­re le attività locali del 50% in tre anni. Anniversar­io tutt’altro che di maniera, quello celebrato ieri in India da Carraro, il gruppo meccanico padovano degli assali e trasmissio­ni di potenza, per i vent’anni dell’avvio del suo stabilimen­to in India. Iniziativa tutt’altro che consueta all’epoca, che fu uno dei segnali dell’apertura dell’èra dell’internazio­nalizzazio­ne. Una scelta voluta fortemente dal patròn Mario Carraro, che a novant’anni, non ha voluto mancare l’appuntamen­to. E la struttura indiana ha guadagnato nel tempo consideraz­ione sul mercato locale, dove serve tutti i maggiori clienti nelle macchine agricole che movimento terra, sia locali (da Mahindra&Mahindra a Tata) che internazio­nali ( da Caterpilla­r a John Deere, da Manitou a Cnh). «È stata una scelta in anticipo sui tempi che ha dato notevoli frutti - ha commentato ieri il presidente, Enrico Carraro - e che ha cambiato l’azienda anche in termini di apertura e capacità di confronto».

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