Corriere di Verona

Il Chievo aspetta il Pordenone per lanciarsi Marcolini: «Ci serve vincere, quello sarebbe il salto di qualità. La squadra cresce»

- Matteo Sorio

Ci sono date che restano nella scarpa come un sassolino. Una è il 29 dicembre 2018. È da allora che il Chievo non vince in casa, serie A, 1-0 al Frosinone, punizione dell’oggi infortunat­o Giaccherin­i. Siccità, fra le mura amiche, da allora sino a fine maggio. E pure adesso in B: l’1-1 con l’Empoli, il 2-2 col Pisa. Tra fine dell’anno passato e oggi, undici partite in cui il segno 1 è rimasto fuori dalla ruota del Bentegodi. «Riuscire a vincere, ecco il salto di qualità cui dobbiamo guardare», dice in scia Michele Marcolini aspettando quel Pordenone che bussa domani, alle 15, nel sesto turno cadetto. S’è sbloccato a Venezia, al terzo giro, il Chievo, ma in Piazzale Olimpia — appunto — ancora no. Per questo, contro i friulani di Tesser, Marcolini vuol vedere «l’atteggiame­nto di chi ha grandissim­a voglia di tornare a esultare davanti al proprio pubblico, anche perché una grande stagione, a priori, aspettando di vedere come andrà la nostra, passa attraverso tanti successi casalinghi».

Parliamo, allora, del Pordenone, prima volta nella sua storia in B, 7 punti, uno in più

del Chievo. Per Marcolini, i neroverdi sono un incrocio conosciuto: «In serie C li ho affrontati molte volte in questi anni. Apprezzo molto il lavoro da cui arrivano. Hanno creato un gruppo storico facendo innesti mirati ogni anno, e oggi si trovano a essere una squadra fisica, compatta, esperta». Il Chievo, invece, si trova a un piccolo crocevia, nel senso che dopo aver seminato così bene sarebbe ora di raccoglier­e di più, e Marcolini stesso riflette che «mostrando più concretezz­a e qualche distrazion­e in meno faremmo un passo importante nei risultati». Dentro il risultato di Salerno, l’1-1 maturato mercoledì sera all’Arechi, Marcolini ci trova «indicazion­i molto positive, specie perché abbiamo scoperto che sappiamo anche soffrire, il che in B è importante: è vero che la Salernitan­a ha fatto la partita nella ripresa, ma è anche vero che Semper non ha mai dovuto fare interventi miracolosi. Certo — prosegue Marcolini — nel secondo tempo non siamo stati brillanti nel costruire palla al piede e del resto sappiamo che vivremo momenti del genere durante il campionato».

Quanto ai singoli, in vista del Pordenone qualche dubbio può esserci, tra difesa e mediana. Non in attacco, a quanto pare. Circa Vignato, reduce da due gare da titolare in fila dietro le punte, Marcolini spiega che «Emanuel contro il Pisa è stato una spina nel fianco dell’avversario mentre con la Salernitan­a ha dovuto fare una partita diversa, meno pungente ma più attenta in copertura».

Circa la coppia Djordjevic­Meggiorini, invece, il messaggio di Marcolini, durante la conferenza stampa di ieri a Veronello, è che «stanno lavorando entrambi molto bene con e senza palla, Djordjevic spicca di più per i tre gol ma di Meggiorini non posso certo lamentarmi, perché l’apporto che dà a tutta la squadra è enorme».

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In panchina L’allenatore del Chievo Michele Marcolini è soddisfatt­o del pareggio raccolto a Salerno

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