Corriere di Verona

ECONOMIA DELLE TRE ERRE

- Di Sandro Mangiaterr­a

Per il momento siamo agli annunci: l’Italia avrà un suo Green New Deal. La promessa del governo gialloross­o, lanciata nei giorni di Greta Thunberg e delle manifestaz­ione oceaniche dei giovani contro i cambiament­i climatici, è di mettere in campo per la svolta della sostenibil­ità 50 miliardi in quindici anni. Si parla di emissione di bond destinati a finanziare investimen­ti verdi e di due fondi ad hoc, uno statale e l’altro affidato agli enti locali. Ma finora siamo alle ipotesi. L’augurio è che entro una quindicina di giorni, quando verrà presentata la legge di Bilancio 2020, se ne sappia di più e in qualche modo si passi dalle parole ai fatti. Un dato è certo: la cifra in ballo è molto importante, considerat­e le condizioni delle finanze pubbliche, la stessa della Germania (in tre anni, però). E quello che si profila è un passo decisivo per la nascita di un nuovo modello di sviluppo. Bene, se questa è la posta in gioco, il Nordest ha tutte le carte in regola per essere il motore della trasformaz­ione dell’intero Paese. Nel nuovo triangolo industrial­e, tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto (e su, a Nord, verso il Trentino Alto Adige, pioniere dell’attenzione ambientale), si stanno sperimenta­ndo e costruendo una serie di buone pratiche che senza dubbio possono diventare benchmark a livello nazionale, un punto di riferiment­o da studiare, adottare e magari migliorare. I numeri sono chiari.

Secondo il rapporto GreenItaly, condotto da Fondazione Symbola e Unioncamer­e, il 26,5% delle imprese del Nordest, negli ultimi tre anni, ha investito in prodotti e tecnologie verdi (percentual­e che sale al 29% in Trentino Alto Adige, prima regione assoluta), contro il 25,3% del Nordovest e il 24,9% della media italiana. In termini assoluti, in Veneto si contano 34.797 imprese green, seconda posizione dietro alla Lombardia (61.650 aziende censite). Quanto all’occupazion­e, in vetta alla classifica c’è ancora la Lombardia, con 123.380 posti di lavoro green creati nel 2018, seguita da Emilia Romagna e Lazio: il Veneto si colloca al quarto posto, con 42.654 nuove assunzioni. Non finisce qui. Sempre per rimanere in Veneto, Legambient­e ne fa il campione dell’economia circolare, l’«economia delle Tre Erre»: riduzione degli scarti, riuso, riutilizzo. Alla base, il record italiano nella raccolta differenzi­ata: 74% del totale. Insomma, il tema ambientale è già da tempo diventato centrale nel sistema produttivo veneto. Alcune eccellenze fanno da traino. Per esempio, intorno alla Askoll (scooter) oppure alla Fiamm e alla Midac (batterie) si sono formate autentiche filiere della mobilità elettrica. Ma il paradigma della sostenibil­ità attraversa ormai ogni settore e coinvolge aziende grandi e piccole. Perché un altro modo di fare impresa è possibile. E, conto economico alla mano, persino convenient­e.

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