Controllo di vicinato, impugnata la legge Via libera invece a quella sulla canapa
Per il governo invade la competenza dello Stato su ordine pubblico e sicurezza
Doccia fredda per il Veneto all’ultimo Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio. La legge sul controllo di vicinato certosinamente cesellata per andare incontro alle richieste delle opposizioni, in primis del Pd, tanto che lo scorso 31 luglio si arrivò a un voto unanime in consiglio regionale, è stata impugnata da Palazzo Chigi.
Immediata la reazione del primo firmatario della legge, Roberto Ciambetti (Lega): «Da qui si vede come la sensibilità del governo sia cambiata. La Regione Veneto finisce nuovamente nel mirino di Palazzo Chigi - spiega Ciambetti che è presidente dell’assemblea regionale - e torniamo a fronteggiare atteggiamenti che speravamo dimenticati. In questi giorni abbiamo trasmesso tutti i chiarimenti richiesti a Roma ma, evidentemente, siamo di fronte a un’impugnazione preconcetta. Poco male, difenderemo la legge che, ricordo, è stata votata all’unanimità, con le unghie e con i denti». La legge respinta al mittente da Roma si intitola «Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione sociale del controllo di vicinato nell’ambito di un sistema di cooperazione interistituzionale integrata per la promozione della sicurezza e della legalità» e, nei giorni dell’approvazione, molto si puntò sulla smarcatura dal concetto tutto padano delle «ronde», privilegiando, invece, un taglio «sociale». Il focus, insomma, era rivitalizzare il senso di Uno dei cartelli sul controllo di vicinato comunità e della comunicazione fra cittadini e municipi. Tanto che molti Comuni, non solo leghisti, si sono premurati di aderire. Ciò che Palazzo Chigi contesta, però, è l'invasione di campo, per così dire. «Introducendo forme di coordinamento interistituzionale in materia di ordine pubblico e sicurezza urbana integrata, spiega la nota del Consiglio dei ministri - esula dalla competenza legislativa regionale e invade la competenza esclusiva riservata alla legislazione statale in materia di ordine pubblico e sicurezza e di disciplina delle forme di coordinamento interistituzionale in tali materie». Prende tempo il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale, Stefano Fracasso: «Quella legge è stata votata all’unanimità dopo che numerose mozioni proposte da noi sono state accettate. Dovremo capire meglio cosa si contesta di preciso». Tutto si giocherà, quindi, sull’interpretazione più o meno rigida di cosa si intenda per «ordine pubblico e sicurezza urbana integrata».
È andata meglio, invece, a un’altra norma veneta potenzialmente più spinosa, quella sulla promozione della canapa sativa. Si tratta di un’altra legge molto recente, pubblicata l’8 agosto scorso: «Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera della canapa (Canapa sativa L.)», primo firmatario Nazzareno Gerolimetto (Zaia Presidente). La ratio della legge è, fra le altre cose, il riconoscimento del ruolo strategico nella bonifica e nel contrasto al dissesto idrogeologico, nella fitodepurazione dei siti inquinati, nella bioedilizia e nella bioenergia.