Corriere di Verona

«Sposato, due figli: ora sono diacono»

- D.O.

I parrocchia­ni della zona di Borgo Santa Croce, a Verona, lo conoscono e lo riconoscon­o per la sua altezza, che sfiora i due metri. Sul suo profilo LinkedIn si definisce «fisico e metafisico». E anche, da dieci anni a questa parte, diacono. Piergiorgi­o Roggero, 67 anni, è uno dei quaranta diaconi permanenti in servizio nella diocesi scaligera. Una vocazione, la sua, che come per molti suoi colleghi, è arrivata dopo il matrimonio (viceversa ci sarebbe l’obbligo del celibato) e dopo un lunghissim­o impegno nell’associazio­nismo cattolico, soprattutt­o con gli scout dell’Agesci. Ma, come tutte le vocazioni, non si è trattato di «un’ illuminazi­one estemporan­ea», bensì di un lungo percorso, che l’ha fatto tornare sui banchi di scuola, o meglio, del seminario maggiore, decenni dopo aver conseguito la laurea in fisica.

«Sono passato dal fare il manager in un’azienda che opera nel campo dell’elettronic­a – spiega – a mettermi al servizio della diocesi, della comunità e del vescovo».

Come si diventa diaconi, e cosa l’ha portata a prendere questa decisione?

«È un percorso che richiede formazione e discernime­nto, come tutti i sacramenti. Non è una scelta personale, è la risposta a una chiamata. È il Signore che suscita il desiderio di mettersi al servizio della comunità. Ed è qualcosa che ho condiviso con la famiglia, con mia moglie e con i miei due figli. Poi spetta alla Chiesa verificare la vocazione, dare il via libera. Viene richiesta, in ogni caso, la laurea triennale in Scienze religiose (la stessa che hanno i docenti nelle scuole, ndr), più un’ulteriore anno prima dell’ordinazion­e»

Cosa fa può fare, concretame­nte, un diacono?

«Il diacono è una figura prevista dalle chiesa delle origini, reintrodot­ta, a mio parere provvidenz­ialmente, da Paolo VI con il Concilio Vaticano II. Secondo la tradizione, ha un compito liturgico, come l’amministra­zione dei sacramenti, tra questi battesimo e matrimonio, a cui si accompagna l’assistenza del presbitero sull’altare. Tiene anche la liturgia della parola, omelia compresa, laddove non sia possibile celebrare la messa. Non può consacrare ma può distribuir­e la comunione».

Tuttavia, come per i sacerdoti, è la diocesi a «suddivider­e i compiti».

«Sì, occorre tenere presente che molti diaconi arrivano a questo ministero con famiglia e con un lavoro, quindi i compiti sono ridotti. Essendo in pensione ho molto più tempo da dedicare alla comunità. In ogni caso, il diacono non è mai un delegato dei parrocchia­ni, ma ha il compito di aiutare la comunità in modo attivo. Non è un sostituto del sacerdote, anzi, sbaglia chi vuole cercare un conflitto tra le due vocazioni».

Come svolge il suo impegno da diacono?

«Mi è stata affidata la cura spirituale del centro Samaritano, la casa d’accoglienz­a della Caritas Veronese. Un compito impegnativ­o, si tratta di stare vicino a persone che vivono situazioni di grave marginalit­à»

Il vostro numero è in aumento…

«Sì, in molti hanno deciso di impegnarsi. In questo momento, nella diocesi di Verona, ci sono dieci diaconi in formazione».

Celebro battesimi e matrimoni e posso dire messa, compresa l’omelia

 ??  ?? Veronese Piergiorgi­o Roggero, 67 anni, diacono di Borgo S. Croce
Veronese Piergiorgi­o Roggero, 67 anni, diacono di Borgo S. Croce

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy