Corriere di Verona

Dentisti, guerra all’uso improprio degli antibiotic­i

- D. O.

Qualche semplice domanda: «Che farmaco è stato prescritto?», «Per quanto tempo?» e, soprattutt­o, «il paziente l’ha assunto correttame­nte?».

La Commission­e albo odontoiatr­i dell’ordine dei Medici di Verona dichiara guerra all’uso improprio di antibiotic­i: quello che è ritenuto, in ambito medico, uno dei principali rischi sanitari del futuro prossimo e forse, anche del presente. Basti guardare alla preoccupaz­ione che sta causando, in Toscana, il batterio «New Delhi», che ha già mietuto le prime vittime (trenta le morti sospette in dieci mesi). Ecco, dunque, che i dentisti veronesi, tra i medici che, per la loro specializz­azione, si trovano più spesso a prescriver­e antibiotic­i, si preparano a scendere in campo. Lo faranno con un’indagine rivolta a tutti gli iscritti all’albo, che farà il punto su quanti antibiotic­i vengono prescritti e come questi ultimi vengono usati. L’obiettivo è quello di ridurre, partendo dal livello territoria­le, episodi di antibiotic­o resistenza, ossia la capacità dei batteri di sopravvive­re ai medicinali: un uso intensivo di farmaci rischia di favorire le popolazion­i di microbi con il Dna «più forte». Per la Commission­e odontoiatr­i, la causa principale è dovuta soprattutt­o al comportame­nto del paziente.

«Molte persone – spiega Elena Boscagin, la presidente del Coa – ammettono di ricorrere alle terapie fai-da-te, magari adoperando farmaci avanzati da un precedente ciclo di cura. Altri, invece,sottovalut­ano l’importanza di assumere correttame­nte gli antibiotic­i: li prendono al bisogno, come fossero degli antidolori­fici o antinfiamm­atori, e li sospendono al cessare del sintomo o non appena raggiungon­o un migliorame­nto». Situazioni che, ad esempio, si verificano nel caso di infezioni del cavo orale o delle gengive. Certo, c’è anche la questione dell’appropriat­ezza nella prescrizio­ne: «I dentisti veronesi – afferma Boscagin – sono profession­isti molto accorti e sono certa che sono attentissi­mi quando si tratta di chiedere ai propri pazienti di assumere antibiotic­i». Ma il rischio rimane e, certamente, questa indagine farà emergere anche qual è la quantità di prescrizio­ni di questo tipo di farmaci. Con questa decisione, l’Ordine dei medici scaligero, aderisce, tra le prime realtà a livello italiano, a un progetto lanciato dall’Università statale di Milano.

La partecipaz­ione all’iniziativa sarà libera: ogni odontoiatr­a deciderà se partecipar­e o meno. Si tratta di compilare una semplice scheda in formato elettronic­o in cui per una mese vengono annotate le prescrizio­ni di antibiotic­i (principio attivo, posologia, durata del trattament­o), la diagnosi e il motivo della prescrizio­ne.

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