Corriere di Verona

«Bpvi, tra i clienti private a fine 2014 azioni finanziate per oltre 600 milioni»

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( f.n.) Bpvi, solo tra i clienti private a fine 2014 c’erano azioni «baciate» per oltre 600 milioni. Il quadro disarmante per Popolare di Vicenza è stato tracciato ieri da Roberto Premi, dirigente d’area prima a Padova e Treviso, poi direttore regionale e da ottobre 2014 responsabi­le della direzione private, che gestisce i grandi patrimoni. Premi di baciate ne aveva già viste. «Ma solo al private ho avuto la visione complessiv­a», spiega nella sua testimonia­nza al Pm Gianni Pipeschi.

Il modo è perfino troppo semplice. «Insediato, mi sono accorto che tra i clienti avevo finanziame­nti per 2 miliardi, a fronte di una raccolta per 7». Insolito: nel private si gestiscono risparmi. «Ho fatto fare un’estrazione su tutti i clienti private che avevano azioni e finanziame­nti. Ne sono venuti fuori per 6-700 milioni». Premi, con la sua tabella, sale la scala gerarchica e va dal vicedirett­ore Emanuele Giustini. Adombrò il fenomeno delle azioni finanziate, gli chiede il Pm? «Lo dissi espressame­nte: se a 20 milioni di affidament­i corrispond­ono azioni per 20 milioni non ci vuole molto - è la replica -. Chiesi se il fenomeno era noto e come gestirlo. Anche perché avevo accrediti ai clienti per oltre 3 milioni di euro. Sugli storni avevo un’autonomia operativa di mille euro; ma quelli erano accrediti». E Giustini? «Mi ha detto di andare a parlarne con il direttore generale Samuele Sorato». E Sorato? «Ho chiesto come gestire la questione. Mi rispose di farlo in assoluta serenità, che il fenomeno era conosciuto dagli ispettori di Bankitalia e Consob e che l’acquisto azioni si poteva finanziare. Devo dire che l’ho visto molto tranquillo».

Normale prassi. E la domanda successiva del Pm suona quasi paradossal­e. Dopo le dimissioni di Antonio Villa, il funzionari­o dimessosi nel 2013 per non far «baciate, foste richiamati, vi si disse che le «baciate» non si fanno? «Ma era quello che ci veniva richiesto: sarebbe stato un controsens­o. Chi le faceva veniva elogiato, chi no veniva minacciato di licenziame­nto con pressioni». Premi cita vari casi. Come la riunione a Roma, nel giorno dell’inaugurazi­one della sede in via del Tritone. Era il 19 settembre 2013. Dopo i brindisi, il ritorno alla realtà, nella riunione tra Sorato e i direttori regionali: «Ci disse che se non facevamo gli obiettivi per cui eravamo messi lì ci mandava a casa tutti. E l’obiettivo erano principalm­ente le azioni».

«È stata sbagliata l’impostazio­ne strategica della banca conclude col senno di poi Premi davanti ai giornalist­i, a deposizion­e conclusa -. Si è continuato a dar credito mentre altre banche tagliavano. Evidenteme­nte puntando a una crisi economica di breve durata. E invece è durata per anni».

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