Corriere di Verona

Ricattava un sacerdote con messaggi hard: arrestato

Il 29enne marocchino ha estorto centinaia di euro

- Orsato

Arrestato un giovane per un’estorsione a un prete durata mesi, con la minaccia di divulgare qualcosa di estremamen­te scottante. Ovvero, l’iscrizione a una chat per incontri omosessual­i con l’aggravante, di aver contrattat­o (con un adulto) la possibilit­à di incontrare anche minori.

Gli ha chiesto 300 euro, poi 500: un’estorsione durata mesi, con la minaccia di divulgare qualcosa di estremamen­te scottante. Ovvero, l’iscrizione a una chat per incontri omosessual­i con l’aggravante, di aver contrattat­o (con un adulto) la possibilit­à di incontrare anche minorenni.

L’arresto compiuto dai giorni scorsi da parte dei carabinier­i, rischia di aver pesanti ricadute anche su quella che, adesso, dal punto di vista giudiziari­o, è la vittima: un sacerdote che ha la responsabi­lità di una parrocchia. Il quale, va sottolinea­to, allo stato attuale, non è accusato di nulla e avrebbe avvisato di quanto accadutogl­i anche la Curia vescovile. A finire in manette un 29enne marocchino: l’arresto è stato convalidat­o dal giudice per le indagini preliminar­i Raffaele Ferraro.

Interrogat­o, alla presenza dell’avvocato di fiducia Corrado Perseghin, ha ammesso le sue responsabi­lità, dicendo di aver difficoltà lavorative, di aver colto un’occasione per fare soldi e dicendo di essere molto dispiaciut­o. Il giovane ha fornito una ricostruzi­one dei fatti: lui e il sacerdote si erano conosciuti su Grindr, app per incontri tra persone dello stesso sesso, a cui, per accedere, si deve dichiarare di essere maggiorenn­i.

Qui hanno cominciato a scambiarsi informazio­ni, finché, non avrebbero parlato anche della possibilit­à di frequentar­e, a scopo sessuale, dei minorenni. A questo punto, il 29enne ha salvato le schermate della chat, comincabil­e ciando a chiedere al parroco di essere pagato, con la minaccia di divulgarle. Un sistema che ha funzionato per un certo periodo: in più di un’occasione il sacerdote gli avrebbe dato diverse centinaia di euro, per un totale quantifiat­torno al migliaio. Finché il prete non ha deciso di sporgere denuncia.

La difesa ha chiesto, per il 29enne, i domiciliar­i in attesa del procedimen­to. Ma dopo la convalida, il gip ha disposto che, per il momento, il ragazzo rimanesse in carcere. Tra le altre cose, il giovane ha sottolinea­to di risiedere in Italia da anni, di essere l’unico nella sua famiglia a non aver ancora ottenuto la cittadinan­za e, per questo, di non essere riuscito a trovare un lavoro.

Resta tutta da accertare la veridicità delle accuse rivolte al sacerdote. Accuse che potrebbero potenzialm­ente far scoppiare uno scandalo non solo per la tonaca, ma anche per il ruolo di responsabi­lità che tutt’ora risulta avere all’interno di una comunità parrocchia­le.

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