Corriere di Verona

Catullo, Fiera e quei soldi chiesti ai soci

Da una parte tensioni, dall’altra quiete: i due prossimi aumenti di capitale a confronto

- Lillo Aldegheri

Due enti che sono fondamenta­li per l’economia veronese, l’aeroporto e la Fiera, sono alle soglie di una «svolta» importante. Sia la Catullo Spa che VeronaFier­e, infatti, potrebbero presto decidere un forte aumento del loro capitale sociale per finanziare i rispettivi piani di investimen­ti milionari. Ma le condizioni in cui arrivano a questo appuntamen­to sono molto diverse, se non addirittur­a opposte, l’uno dall’altro.

Due enti fondamenta­li per l’economia veronese, l’aeroporto e la Fiera, sono alle soglie di una «svolta» importante. Sia la Catullo Spa che Verona-Fiere, infatti, potrebbero presto decidere un forte aumento del loro capitale sociale per finanziare i rispettivi piani di investimen­ti. Ma le condizioni in cui arrivano a questo appuntamen­to sono molto diverse, se non addirittur­a opposte, l’uno dall’altro.

Tra i soci dell’aeroporto, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, tira aria di bufera. I due player principali sono la veneziana Save presieduta da Enrico Marchi (che gestisce anche gli aeroporti di Venezia e Treviso), che detiene il 41,2% delle quote, e Aerogest (che riunisce i soci pubblici Comune, Provincia e Camera di Commercio di Verona, Provincia di Trento) che ne possiede il 47%, con Cariverona al 2,9. Nel gennaio scorso, il sindaco Sboarina aveva annunciato di voler cambiare i patti parasocial­i che regolano i rapporti tra i soci pubblici e il socio privato, ossia la Save che, proprio in virtù di quei patti, ha in mano il destino dello scalo. Aerogest sta ancora preparando una nuova proposta, elaborata dalla società Arcadia. Ma da Venezia è arrivato un secco «no» a qualsiasi proroga. Ed Aerogest ha risposto con un altrettant­o secco «beh, allora andiamo avanti lo stesso, a colpi di maggioranz­a».

L’aumento di capitale è legato agli ingenti investimen­ti (65 milioni di euro) previsti per lo scalo, a partire dal nuovo terminal. Ma la domanda è: chi tirerà fuori quei soldi? Gli enti locali avrebbero difficoltà a farlo, ma non così Cariverona e non così Save: il che comportere­bbe ovviamente un cambiament­o dei rapporti interni alla società. E il tema arroventa il dibattito politico.Tommaso Ferrari (Traguardi) propone di fare intervenir­e fino in fondo Cariverona e di cercare per l’aeroporto un nuovo partner industrial­e, diverso da Save. Michele Bertucco (Sinistra in Comune) teme invece che la richiesta di proroga «sia soltanto frutto di disperazio­ne da parte dei soci pubblici che non hanno ancora deciso che pesci pigliare, mentre – aggiunge - la verità dei numeri è implacabil­e: i soci pubblici non hanno i soldi per un aumento di capitale, e senza di esso, addio ai 65 milioni d’investimen­ti». Flavio Tosi e Alberto Bozza (Lista Tosi) sostengono da parte loro che «ci sono 60 milioni da reperire, un progetto approvato e di cui è partita la procedura di gara ma non ci sono i soldi per farlo, mentre Sboarina non sa coinvolger­e il sistema Verona, banche e imprese. Oggi – aggiungono - hai un partner come Save, serio e profession­ale, che ha i numeri e i soldi, e il Comune dovrebbe mettersi al tavolo con lui: invece Sboarina – concludono Tosi e Bozza - ha la presunzion­e di far da solo, ma questo porterà solo conseguenz­e negative».

Ben diverso, se non opposto, il clima in cui va verso un aumento di capitale Verona-Fiere. L’assemblea dei soci dovrebbe vararlo tra novembre e dicembre. In questo caso, però, senza dissensi tra i soci (tra i quali sarebbero sempre possibili anche compensazi­oni concordate all’unisono): l’aumento di capitale sarà legato ad un piano d’investimen­ti per circa 105 milioni di euro già avviato (è pronta a essere inaugurato il nuovo ingresso su viale dell’Industria) e dovrebbe essere di circa 30 milioni di euro. Anche in questo caso, il Comune non avrebbe le risorse per aderire ma, pur vedendo inevitabil­mente diluire la sua quota a favore degli altri soci privati, al termine dell’operazione dovrebbe restare il primo socio della spa.

Stallo

Al Catullo disdetti i patti parasocial­i: ma la nuova bozza non è pronta

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy