La sfida sul lusso e il nodo Safilo «Occhiali, il distretto resta qui»
Borsa del lavoro e formazione: dopo l’intesa su Gucci, si guarda agli Stati Generali
La sfida a tre sul segmento del lusso, tra Luxottica, Kering ed Lvmh. Il nodo del futuro di Safilo. E il tentativo di gestire il cambio dei pesi tra i principali protagonisti del mercato, in modo che il ruolo del distretto veneto dell’occhiale, oltre al ruolo indiscutibile di Luxottica, esca confermato, evitando esuberi, perdite di competenze e attività. A guardar bene, è tripla la sfida che si può vedere in controluce, il giorno dopo, l’accordo con cui Kering Eyewear ha confermato per tre anni aggiuntivi, fino a fine 2023, l’intesa che mantiene in Safilo la produzione delle collezioni di occhiali Gucci.
L’intesa non risolve la prospettiva di fondo su Safilo. Ma almeno la stabilizza in più sensi. I tre anni in più di contratto su un brand decisivo per Kering come Gucci sono una garanzia importante sulla base ricavi e un timbro sulla qualità delle lavorazioni in grandi volumi e sulle consegne. Che possono aiutano Safilo a trovare altri brand. In più il contratto lascia intendere che la proprietà di Safilo non sia destinata a cambiare in tempi brevi, dopo che sempre Hal aveva venduto a Luxottica la catena di negozi Grand Vision. «Per quel che ci è dato sapere, gli interlocutori rimarranno gli stessi», ha detto l’altro ieri a Milano l’amministratore delegato di Kering Eyewear, Roberto Vedovotto.
Elementi che danno più margini al piano industriale con cui l’Ad Angelo Trocchia tenterà il rilancio di Safilo, riposizionandosi oltre il lusso, e che sarà presentato entro Natale. E l’intesa che avvicina Safilo a Kering evita ulteriori esuberi, oltre a quelli determinati a Longarone dalla perdita del 70% delle produzioni per la fine della licenza Dior a fine 2020,che Lvmh affiderà alla Thelios fatta con Marcolin.
Thelios-Lvmh e Kering Eyewear. Il fatto che i nomi sotto i riflettori siano sempre questi due mostra come l’altro punto rilevante sia lo scontro in corso sul segmento degli occhiali di lusso, dopo che i due gruppi francesi hanno riportato in casa la gestione delle licenze. La partita coinvolge anche l’ammiraglia Essilux. «L’obiettivo di essere il numero uno non dipenderà solo da noi, ma anche dalla strategia del numero uno - ha detto Vedovotto a Milano -. Dal focus che Essilux vorrà avere su questo segmento». Risposta da vedere sotto più punti di vista. Intanto perché mostra come Vedovotto, alla guida di Kering Eyewear numero due nel segmento lusso, con i 495 milioni di euro di ricavi nel 2018 e i 321 nel primo semestre 2019, guardi più alla partita con il numero uno che al confronto con Lvmh. Evidentemente contando sul vantaggio acquisito dalla sua macchina partita in anticipo rispetto a LvmhThelios che deve ancora affrontare la prova del fuoco di Dior dal 2021, da produrre in uno stabilimento ancora in cantiere.
E con questo si arriva al distretto. Kering ha chiarito a Milano, dopo l’accordo con Safilo, di ritenere definito il suo assetto organizzativo, tra distribuzione e produzione. Vedovotto ha detto di non esser interessato a una rete propria di negozi, avendo già quelli dei marchi che fanno capo alle griffe del colosso del lusso; e di non aver timori dall’integrazione lenti-occhiali di Essilux. E ha aggiunto che sul fronte produttivo conferma lo schema di non avere una produzione diretta, affidandosi ad una rete di 40 produttori selezionati, per la gran parte in Veneto e con al centro a questo punto Safilo, su cui distribuire la fabbricazione delle proprie collezioni. Niente fabbriche proprie, dunque, come lo stesso esito con Safilo ha mostrato. Tutt’al più si valuteranno interventi mirati di sostegno ai propri produttori strategici, come già fatto con la Manifattura Trenti in Cadore, di cui Kering Eyewear ha acquisito una quota intorno al 30%. «Ma non siamo saliti in maggioranza in Trenti e non abbiamo intenzione di farlo», ha avvertito Vedovotto. «Cerchiamo di distribuire il lavoro nel modo più efficiente ed efficace. Sappiamo di essere un soggetto importante per il Cadore, distretto in cui i produttori hanno mostrato capacità e flessibilità».
Dunque gli sviluppi possono essere comunque un’opportunità per il distretto. Kering, tra commesse al distretto e a Safilo, gioca la carta della responsabilità. E rimanda anche qui la palla nel campo di Lvmh, criticata la settimana scorsa dall’Ad di Safilo, Angelo Trocchia, per non aver concesso una soluzione più graduale. Trocchia che ha poi chiesto una mano, con un tavolo di distretto, che spinga almeno Lvmh-Thelios a reimpiegare nel proprio nuovo stabilimento gli operai Safilo che finiranno in esubero a Longarone (sono in 930), piuttosto che a fare nuove assunzioni.
«Chiaro che l’accordo Kering-Safilo è una boccata d’ossigeno, ma il tema esuberi resta. La Regione con l’assessore Donazzan entro fine mese convocherà gli Stati generali dell’occhialeria: noi ci siamo sostiene Stefano Zanon, segretario regionale Femca Cisl -. L’obiettivo dev’essere creare un patto di distretto che gestisca i cambiamenti in corso. Non solo sui flussi del mercato di lavoro, ma creando anche le nuove competenze che servono alle aziende attraverso il Politecnico». «L’obiettivo che abbiamo davanti con gli Stati Generali è doppio - conferma per parte sua l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan - affrontare con una Borsa del lavoro i cambiamenti in corso, e avviare anche una riflessione sul capitale umano, per tenere ancorato il sistema produttivo al Veneto e non perdere competenze tra i lavoratori».