Corriere di Verona

Staffetta, le veronesi verso Tokyo

Pass olimpico per Hooper e Herrera Abreu, settime alla finale mondiale di Doha

- M. S.

Gloria, che è nata a Villafranc­a da genitori ghanesi e canta il gospel imparato da piccola nelle comunità evangelich­e di Verona, le stesse da cui sono usciti i Soul System, vincitori di X Factor 2016. Johanelis, nata a Santo Domingo, cresciuta in città dopo aver raggiunto la mamma in Italia nel 2006. Un pezzo di Verona ha acceso la tv su Doha, capitale Qatar, per tifare quei suoi due «vecchi» volti nella finale mondiale della 4 x 100, chiusa da penultime in 42’’98 dopo l’impresa d’esserci arrivate, abbassando dopo undici anni il record italiano (42”90) e staccando comunque il pass per i Giochi di Tokyo 2020: Gloria, Johanelis, il testimone tra loro e le due toscane Anna Bongiorni e Irene Siragusa.

«Vecchi volti», dicevamo, perché Gloria Hooper, 27 anni, velocista scoperta dal tecnico scaligero Renzo Chemello e mai esplosa del tutto, non s’allena più a Verona da almeno sei anni: traslochi in serie, cercando l’habitat, a Vicenza da Umberto Pegoraro, in Florida negli Usa da Loren Seagrave quindi, dall’ottobre 2017, in Inghilterr­a alla corte di June Plews, in quel di Canterbury dove s’è trasferita anche la famiglia. E Johanelis Herrera Abreu? Anni 24, gli inizi sotto la guida di Ernesto Paiola, dal 2014 fa parte dell’Atletica Brescia: in riva all’Adige lo svezzament­o tramite l’U.S. Pindemonte (20082010) e quella Fondazione Bentegodi (2011-2013) che nel 2018 ha festeggiat­o 150 anni. Il penultimo posto nella finale di Doha riporta sui radar Hooper e introduce meglio Herrera. Che valga poi il ticket per Tokyo 2020 è l’altra buona notizia. Prima di Hooper (che vorrebbe fare la ricercatri­ce, ha studiato al liceo scientific­o Galilei ed è appassiona­ta di biotecnolo­gie) l’album di famiglia dell’atletica leggera contava due donne veronesi ai Giochi: la Signora del salto in alto, Sara Simeoni, a Monaco ’72, Montreal ’76 (argento), Mosca ’80 (oro), Los Angeles ’84 (argento) e la marciatric­e Erika Alfridi a Sidney 2000. Terza di sempre, Gloria, già a Londra 2012 e Rio 2016 seppur senza squilli. Se tutto va bene, la sua Tokyo 2020, almeno con la staffetta e con Johanelis, che un po’ di «veronesità», nel vissuto, tra scuola e primi passi su pista, ce l’ha pure lei.

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