Corriere di Verona

Centrodest­ra unito, i paletti della Lega

Pd e M5s studiano le alleanze. «Ripetere il modello Umbria? Valutiamo»

- Antonio Spadaccino

Lega con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il centrodest­ra si ricompatta e si presenterà unito anche in Veneto alle prossime elezioni regionali. Le condizioni del Carroccio: «Su tutte le liste ci deve essere l’ok di Zaia».

Il centrodest­ra si ricompatta in vista delle regionali. Non è tanto il Veneto a «preoccupar­e», dove la Lega potrebbe benissimo correre da sola in virtù di un candidato governator­e come Luca Zaia, dato per sicuro vincente, e dei risultati delle ultime Europee dove ha sfiorato il 50%. Ma Fratelli d’Italia e Forza Italia «servono» per cercare di vincere anche nelle Regioni del centro e del Sud dell’Italia, in vista - come auspicano i leader nazionali Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi - delle politiche, da indire nel caso in cui il governo gialloross­o cada prima del previsto.

Centrodest­ra unito, dunque, con Zaia candidato. Ma ci sono dei distinguo che il commissari­o regionale della Lega, l’ex ministro Lorenzo Fontana, mette sul tavolo a futura memoria. «Non ho ancora parlato con Salvini - dice - ma per noi cambia poco. In Veneto, come più volte ho avuto modo di ribadire, c’è Zaia. E con tutto il rispetto per gli alleati, avere Zaia candidato è una cosa, non averlo è un’altra. Per cui sarà necessario partire dal presuppost­o che anche per la formazione delle liste bisognerà parlare con lui. Non siamo disponibil­i a trovarci persone che in teoria potrebbero remare contro alla coalizione di governo». Parole chiare quelle di Fontana. Che tradotte dal politiches­e significan­o: chi corre con noi a sostegno di Zaia deve essere disposto a decidere assieme la formazione delle liste.

Sarà così o si genererann­o attriti? Prematuro per dirlo, anche se al momento la condivisio­ne dell’unità del centrodest­ra è cosa gradita anche ai coordinato­ri regionali di Fratelli d’Italia e Forza Italia. «L’accordo nazionale mi fa piacere - dice Sergio Berlato di FdI - anche se mi preme sottolinea­re che noi siamo un partito in crescita esponenzia­le che ama mantenere la propria differenzi­azione, Votare noi non è la stessa cosa che votare Forza Italia o la Lega. Una cosa è certa, però: se è unito il centrodest­ra è vincente». E gli azzurri? «La riproposiz­ione della coalizione - dice Davide Bendinelli - non può che farmi piacere. Ma è indubbio che Forza Italia non deve perdere ulteriore tempo per ritrovare una propria identità a livello veneto. Con dei nuovi contenuti. La Lega, anche nell’esperienza di governo con i grillini, ha parlato solo di immigrazio­ne. Noi, invece, dovremmo ricomincia­re a diventare veramente gli alfieri del rilancio delle tematiche economiche che stanno a cuore al nostro elettorato di riferiment­o».

Va capito anche l’effetto che l’unità del centrodest­ra alle regionali può scaturire nel centrosini­stra e nell’universo pentastell­ato. La domanda da porsi è una sola: verrà riproposto anche in Veneto il «laboratori­o» umbro, con Pd e M5s uniti a sostegno dell’imprendito­re Vincenzo Bianconi che raccoglie attorno alla sua candidatur­a anche il cosiddetto mondo del civismo? «Intanto - dice l’ex sottosegre­tario alla Pubblica amministra­zione, il 5stelle Mattia Fantinati - vediamo come andrà in Umbria. Se l’esperienza sarà positiva penseremo se declinarla in altre realtà. Di certo siamo aperti al dialogo, soprattutt­o nelle elezioni di carattere amministra­tivo. Con il Pd, non lo nego, c’è un confronto molto più aperto di prima, grazie anche alla nuova esperienza di governo».

E in casa dei dem che succede? La galassia è sempre più frastaglia­ta, i satelliti crescono a vista d’occhio ma il partito cerca soluzioni condivise. «Al di là delle impression­i dice il segretario regionale Alessandro Bisato - noi non siamo fermi, anzi. Stiamo ragionando con consiglier­i regionali, parlamenta­ri e sottosegre­tari in vista delle elezioni del 2020. La settimana prossima si terrà la Direzione regionale, al termine della quale le idee saranno ben più chiare di adesso. L’intenzione è quella di mettere insieme più forze politiche possibile, sul tappeto ci sono due/tre soluzioni. Ovvio, anche noi attendiamo di vedere cosa accadrà in Umbria, anche se in Veneto vorremmo produrre un ragionamen­to tutto nostro. Il dialogo con i 5 stelle? Parleremo anche con loro per vedere se attorno a determinat­i programmi e a un candidato potrà esserci condivisio­ne».

Della partita potrebbe far parte anche Italia Viva, la nuova formazione politica creata dall’ex premier Matteo Renzi, che in Veneto ha tra i suoi punti di riferiment­o la senatrice vicentina Daniela Sbrollini. Renzi ha lasciato trapelare che potrebbe presentare una propria lista alle Regionali dell’Emilia Romagna e della Toscana. «Del Veneto - assicura Sbrollini - non si è mai parlato e penso anche che sia prematuro. Però una riflession­e sulla nostra regione va fatta. Penso che una lista di sostegno a una candidatur­a di centrosini­stra o ragionata sui civici possa essere una soluzione da prendere in consideraz­ione».

Intanto, domani, in Consiglio regionale verrà presentato l’accordo tra il «Partito dei Veneti» e la confederaz­ione «Grande Nord», ovvero i «delusi» della Lega che in Veneto e Lombardia hanno creato questa nuova forza politica. Il tema sono le Regionali del 2020. Tra i protagonis­ti anche Antonio Guadagnini, attualment­e in maggioranz­a a Palazzo Ferro Fini. Il mantra della coalizione è l’autonomia del Veneto ed è quasi superfluo sottolinea­re che tutti i protagonis­ti sono delusi di come è stata giocata la partita fino a questo momento. Non è da escludere, pertanto, che il «partito degli autonomist­i» decide di scendere in campo da solo, quindi con un proprio candidato, per distinguer­si dal sovranismo della Lega.

Fontana Avere Zaia candidato è una cosa, non averlo è un’altra: lui deve avere voce in capitolo

Gli «autonomist­i» Domani sarà presentata l’intesa tra «Partito del Veneti» e «Grande Nord»

Sbrollini Come Italia Viva dobbiamo riflettere se presentare una lista a sostegno in Veneto

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Centrodest­ra Da sinistra, Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), Matteo Salvini (Lega) e Silvio Berlusconi (Forza Italia). I tre leader vogliono il centrodest­ra unito
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