Centrodestra unito, i paletti della Lega
Pd e M5s studiano le alleanze. «Ripetere il modello Umbria? Valutiamo»
Lega con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il centrodestra si ricompatta e si presenterà unito anche in Veneto alle prossime elezioni regionali. Le condizioni del Carroccio: «Su tutte le liste ci deve essere l’ok di Zaia».
Il centrodestra si ricompatta in vista delle regionali. Non è tanto il Veneto a «preoccupare», dove la Lega potrebbe benissimo correre da sola in virtù di un candidato governatore come Luca Zaia, dato per sicuro vincente, e dei risultati delle ultime Europee dove ha sfiorato il 50%. Ma Fratelli d’Italia e Forza Italia «servono» per cercare di vincere anche nelle Regioni del centro e del Sud dell’Italia, in vista - come auspicano i leader nazionali Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi - delle politiche, da indire nel caso in cui il governo giallorosso cada prima del previsto.
Centrodestra unito, dunque, con Zaia candidato. Ma ci sono dei distinguo che il commissario regionale della Lega, l’ex ministro Lorenzo Fontana, mette sul tavolo a futura memoria. «Non ho ancora parlato con Salvini - dice - ma per noi cambia poco. In Veneto, come più volte ho avuto modo di ribadire, c’è Zaia. E con tutto il rispetto per gli alleati, avere Zaia candidato è una cosa, non averlo è un’altra. Per cui sarà necessario partire dal presupposto che anche per la formazione delle liste bisognerà parlare con lui. Non siamo disponibili a trovarci persone che in teoria potrebbero remare contro alla coalizione di governo». Parole chiare quelle di Fontana. Che tradotte dal politichese significano: chi corre con noi a sostegno di Zaia deve essere disposto a decidere assieme la formazione delle liste.
Sarà così o si genereranno attriti? Prematuro per dirlo, anche se al momento la condivisione dell’unità del centrodestra è cosa gradita anche ai coordinatori regionali di Fratelli d’Italia e Forza Italia. «L’accordo nazionale mi fa piacere - dice Sergio Berlato di FdI - anche se mi preme sottolineare che noi siamo un partito in crescita esponenziale che ama mantenere la propria differenziazione, Votare noi non è la stessa cosa che votare Forza Italia o la Lega. Una cosa è certa, però: se è unito il centrodestra è vincente». E gli azzurri? «La riproposizione della coalizione - dice Davide Bendinelli - non può che farmi piacere. Ma è indubbio che Forza Italia non deve perdere ulteriore tempo per ritrovare una propria identità a livello veneto. Con dei nuovi contenuti. La Lega, anche nell’esperienza di governo con i grillini, ha parlato solo di immigrazione. Noi, invece, dovremmo ricominciare a diventare veramente gli alfieri del rilancio delle tematiche economiche che stanno a cuore al nostro elettorato di riferimento».
Va capito anche l’effetto che l’unità del centrodestra alle regionali può scaturire nel centrosinistra e nell’universo pentastellato. La domanda da porsi è una sola: verrà riproposto anche in Veneto il «laboratorio» umbro, con Pd e M5s uniti a sostegno dell’imprenditore Vincenzo Bianconi che raccoglie attorno alla sua candidatura anche il cosiddetto mondo del civismo? «Intanto - dice l’ex sottosegretario alla Pubblica amministrazione, il 5stelle Mattia Fantinati - vediamo come andrà in Umbria. Se l’esperienza sarà positiva penseremo se declinarla in altre realtà. Di certo siamo aperti al dialogo, soprattutto nelle elezioni di carattere amministrativo. Con il Pd, non lo nego, c’è un confronto molto più aperto di prima, grazie anche alla nuova esperienza di governo».
E in casa dei dem che succede? La galassia è sempre più frastagliata, i satelliti crescono a vista d’occhio ma il partito cerca soluzioni condivise. «Al di là delle impressioni dice il segretario regionale Alessandro Bisato - noi non siamo fermi, anzi. Stiamo ragionando con consiglieri regionali, parlamentari e sottosegretari in vista delle elezioni del 2020. La settimana prossima si terrà la Direzione regionale, al termine della quale le idee saranno ben più chiare di adesso. L’intenzione è quella di mettere insieme più forze politiche possibile, sul tappeto ci sono due/tre soluzioni. Ovvio, anche noi attendiamo di vedere cosa accadrà in Umbria, anche se in Veneto vorremmo produrre un ragionamento tutto nostro. Il dialogo con i 5 stelle? Parleremo anche con loro per vedere se attorno a determinati programmi e a un candidato potrà esserci condivisione».
Della partita potrebbe far parte anche Italia Viva, la nuova formazione politica creata dall’ex premier Matteo Renzi, che in Veneto ha tra i suoi punti di riferimento la senatrice vicentina Daniela Sbrollini. Renzi ha lasciato trapelare che potrebbe presentare una propria lista alle Regionali dell’Emilia Romagna e della Toscana. «Del Veneto - assicura Sbrollini - non si è mai parlato e penso anche che sia prematuro. Però una riflessione sulla nostra regione va fatta. Penso che una lista di sostegno a una candidatura di centrosinistra o ragionata sui civici possa essere una soluzione da prendere in considerazione».
Intanto, domani, in Consiglio regionale verrà presentato l’accordo tra il «Partito dei Veneti» e la confederazione «Grande Nord», ovvero i «delusi» della Lega che in Veneto e Lombardia hanno creato questa nuova forza politica. Il tema sono le Regionali del 2020. Tra i protagonisti anche Antonio Guadagnini, attualmente in maggioranza a Palazzo Ferro Fini. Il mantra della coalizione è l’autonomia del Veneto ed è quasi superfluo sottolineare che tutti i protagonisti sono delusi di come è stata giocata la partita fino a questo momento. Non è da escludere, pertanto, che il «partito degli autonomisti» decide di scendere in campo da solo, quindi con un proprio candidato, per distinguersi dal sovranismo della Lega.
Fontana Avere Zaia candidato è una cosa, non averlo è un’altra: lui deve avere voce in capitolo
Gli «autonomisti» Domani sarà presentata l’intesa tra «Partito del Veneti» e «Grande Nord»
Sbrollini Come Italia Viva dobbiamo riflettere se presentare una lista a sostegno in Veneto