Corriere di Verona

La Jota, quella zuppa con crauti, fagioli e carne di maiale

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Se pensi a un piatto tipicament­e triestino, ti viene subito in mente la «jota». La zuppa che oggi viene proposta come primo piatto in moltissimi ristoranti in città e, con diverse varianti, viene cucinata nelle case, non nasce lungo il litorale ma nell’entroterra friulano. Si trattava di un classico piatto di recupero, dove si allungava con il brodo tutto ciò che era avanzato dai pasti precedenti. Dal Friuli al litorale giuliano, la Jota è mutata nel corso del tempo e si è lasciata influenzar­e, come tutta la cucina triestina, dalle influenze austriache da una parte, balcaniche dall’altra. Oggi la Jota (o «Jote») si prepara con i crauti, che a Trieste vengono chiamati «capuzi», le patate, i fagioli e soprattutt­o carne di maiale. Di solito si tratta di cotenna, altre volte di costine. A Trieste non è mai stato un piatto di recupero ma una ricetta sostanzios­a. Nel Friuli, in particolar­e in Carnia, la zuppa più simile è la

con rape e cotechino

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