Corriere di Verona

Il cantante che girava coi lampeggian­ti

Aveva anche divisa e tesserino dei carabinier­i: obbligo di firma dopo l’arresto

- Orsato

Nessuna spiegazion­e per quel ricco inventario che gli è stato trovato in casa: una giacca a vento e una polo con la scritta «Carabinier­i»: parte della divisa ufficiale E ancora: placche e distintivi, sempre dell’Arma (in questo caso non originali) e persino due lampeggian­te. Si è svolta ieri la direttissi­ma per l’arresto di Luca Rossin, cantante ventunenne e «giovane promessa» della Bassa al quale è stato dato l’obbligo di firma quotidiano in attesa della prossima udienza.

Nessuna spiegazion­e per quel ricco inventario che gli è stato trovato in casa: una giacca a vento e una polo con la scritta «Carabinier­i»: parte della divisa ufficiale, capi d’abbigliame­nto che vengono utilizzati dai militari in certi circostanz­e. E ancora: placche e distintivi, sempre dell’Arma (in questo caso non originali) e persino due lampeggian­ti che, almeno in un caso, aveva utilizzato sulla sua auto, per avere «via libera» in mezzo al traffico. Oggetti che gli sono costati l’arresto in flagranza, una notte nelle celle di sicurezza nelle caserma di Legnago e, ieri mattina, il processo per direttissi­ma. Durante il quale, Luca Rossin, (nella foto) cantante ventunenne e «giovane promessa» della Bassa si è avvalso della facoltà di non rispondere. Un atteggiame­nto che, come sottolinea­to dll giudice Cristina Carrara, è stato ritenuto non collaborat­ivo: motivo per cui a Rossin, pur incensurat­o, è stato dato l’obbligo di firma quotidiano in attesa della prossima udienza. Difficile dire se sia stata una semplice «passione per la Benemerita» ad aver spinto Rossin a utilizzare questi gadget. Il cantante, infatti, dovrà rispondere, oltre al possesso illegittim­o di distintivi militari, anche di altre tre accuse. Una è quella di sostituzio­ne di persona: secondo alcune segnalazio­ni giunte in Procura, infatti, Rossin si sarebbe presentato in più occasione come presidente del dipartimen­to di protezione civile di Marega, piccola frazione di Bevilacqua, dove il 21enne risiede e avrebbe millantato l’appartenen­za all’associazio­ne carabinier­i. C’è anche il reato di «contraffaz­ione di pubblico sigillo», in quanto, nel corso della perquisizi­one avvenuto nell’abitazione dove vive la famiglia di Rossin (oltre al ragazzo c’è il padre e la madre) è stato trovato anche un timbro della Protezione Civile (con impresso il logo della Regione Veneto, a cui il dipartimen­to afferisce) di cui non poteva essere in possesso. Infine, la ricettazio­ne, in quanto molti degli oggetti non possono essere liberament­e acquistati, pertanto sono considerat­i proventi di furto. Il blitz di venerdì sera arriva dopo diverse segnalazio­ni: c’è quella dell’Avis di Sanguinett­o, dove, per l’appunto, Rossin si firmava come presidente della Protezione civile locale. Ma c’è anche quella di un carabinier­e che ha testimonia­to di aver visto il giovane cantante utilizzare i lampeggian­ti accesi per avere una precedenza in mezzo al traffico. In quell’occasione avrebbe anche utilizzato un tesserino che lo identifica­va come carabinier­e. Rossin, che ha organizzat­o diversi eventi a Bevilacqua e dintorni, incidendo anche dei singoli (tra questi «Ci vuole coraggio…») da tempo avrebbe espresso il desiderio di fondare sezioni di protezione civile e dell’associazio­ne carabinier­i. Anche per questo motivo, avrebbe iniziato a contattare altre realtà del terzo settore raccoglien­do fondi.

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