I Comuni sono pronti ad assumere. «I virtuosi potranno spendere»
L’Anci: strada giusta. La Lega: bene, se è così
L’impegno del sottosegretario all’Interno Achille Variati di rivedere il Tuel (Testo unico degli enti locali), «togliendo lacci e lacciuoli e permettendo ai sindaci virtuosi di tornare a spendere», torna ad alimentare il dibattito, aperto nei mesi scorsi dal Corriere del Veneto, sulla necessità di aiutare i Comuni.
«Finalmente - dice Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano e presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) del Veneto stiamo andando nella giusta direzione. Non è un caso che Variati sia stato sindaco per molti anni a Vicenza, conosca la materia, e che sia noi di Anci sia l’Upi (Unione delle Province italiane, ndr) abbiamo fatto il possibile per avere un uomo della sua esperienza in quel ruolo».
La presidente veneta dell’Associazione dei Comuni entra nel merito della questione, spiegando che «la lacuna più evidente da colmare è quella delle assunzioni di personale. I Comuni hanno esternalizzato ormai quasi tutti i servizi, dalle mense al trasporto scolastico e assistenziale, dagli asili nido alla manutenzione degli istituti scolastici e all’impiantistica. Inoltre, abbiamo bisogno di ringiovanire la pubblica amministrazione, visto che l’età media è sui 48 anni. Per questo la revisione proposta da Variati può aiutare veramente noi sindaci a rinforzare almeno i settori della sicurezza e dei servizi di manutenzione».
Anche il sindaco di Treviso, il leghista Mario Conte, valuta positivamente, pur con qualche distinguo, la proposta di Variati. «Prima voglio leggere il testo - dice -, poi se sarà come lo ha illustrato sono pronto a sottoscriverlo. Per dire, io in cassa ho 60 milioni. La cosa importante è che siano premiati i Comuni virtuosi. E se Variati sposerà nel suo agire questa onda federalista io sarò ben contento di dialogare con lui».
Più argomentato il ragionamento del primo cittadino di Verona, Federico Sboarina. «La sentenza della Corte costituzionale del 2018 - spiega aveva sollevato e in parte sbloccato questo annoso problema che durava da oltre 20 anni. Già con il governo precedente, infatti, abbiamo potuto investire 17 milioni in opere pubbliche. Sono opere che abbiamo iniziato entro l’anno in corso e che abbiamo finanziato con soldi nostri. A questa possibilità, per i Comuni virtuosi e nel rispetto dell’equilibrio di bilancio, mancherebbe però l’ultimo miglio. Intendo dire che a tutt’oggi possiamo spendere il nostro avanzo di amministrazione solo per spese in conto capitale, e cioè per investimenti. Sarebbe invece importante poterne disporre anche per le spese correnti come la sentenza recita. Se così fosse, Verona avrebbe in cassa circa 35 milioni di avanzo e come tanti altri enti locali fa fatica a sostituire il personale che va in pensione».
E gli amministratori-parlamentari cosa ne pensano? «Variati ha fatto il sindaco dice Luca De Carlo, primo cittadino FdI di Calalzo e deputato - e sa quelle che sono le nostre vere criticità. Ciò che leva burocrazia è ben accetto, specie se si potrà assumere personale. Credo che dare maggiore autonomia alle realtà come i Comuni sia una strada importante da battere». «Sono anni - dice Roberto Turri, vicesindaco di Roncà nel Veronese (dopo esserne stato primo cittadino, ndr) e onorevole leghista - che auspico che si arrivi a questo. Ma mi permetta di mantenere un po’ di scetticismo, visto che Variati è del Pd, cioè di quella forza politica che questi lacci e lacciuoli li ha messi. Voglio andare al vedo, quindi, ricordando che il caos delle Province lo ha generato un suo collega di partito, quel Graziano Delrio che è stato anche presidente della Regione Emilia Romagna». Chiude Alvise Maniero, ex sindaco di Mira e deputato grillino, che rivela: «Tutte queste riforme annunciate da Variati sono contenute nel Decreto Crescita, redatto dal precedente governo». Ma il neo sottosegretario all’Interno non ci sta e controbatte: «È vero - spiega che si è cominciato a intervenire, ma alcuni processi non sono ancora finiti e vanno tagliati gli ultimi lacciuoli, nel prossimo documento finanziario, per permettere ai Comuni virtuosi, e solo a quelli si badi bene, di procedere con assunzioni legando le spese del personale a quelle correnti. Quel che c’è adesso non va bene. Poi va rivista la questione delle “funzioni associate” e va fatta una distinzione tra i Comuni più grandi e quelli più piccoli, togliendo ai municipi minori l’obbligo del Dup (Documento unico di programma, ndr). Serve una contabilità meno complessa per far sì che le poche risorse, anche umane, siano utilizzate per garantire servizi e non scartoffie».