Corriere di Verona

L’odissea dei 24 Sinti sfrattati dopo 15 anni

L’Usl Scaligera stanzia 800mila euro per progetti di prevenzion­e degli infortuni

- di Angiola Petronio

«Noi non siamo nomadi. Siamo Sinti circensi, veronesi da sempre. Ma “nomadi” ci stanno facendo diventare ». Alfredo Deglaudi è il patriarca. Patrizia Tomasini, «diventata signora Degaludi è il patriarca della famiglia che, sfrattata da via Mantovana, sarebbe dovuta andare alla Mattarana.

ogni probabilit­à il prossimo 28 maggio diventerà una sorta di Arca di Noè. Senza più una terra. Senza più un approdo. Loro, che dall’amministra­zione comunale quindici anni fa hanno ottenuto la residenza, con tanto di numero civico in via Mantovana 147A. E che compongono quella famiglia che senza volerlo è diventata un caso, sia politico che amministra­tivo. Ma che è sopra a tutto e a tutti umano.

Quello del «campo nomadi» alla Mattarana. Sono loro - Alfredo, Patrizia, i loro figli e nipoti - le persone che sarebbero dovute andare a vivere in quell’area comunale alla Mattarana di cui è stata bocciata la variante urbanistic­a e che al momento vivono in un’area a Madonna di

Nel corso degli ultimi dieci anni sono calati del 9%, ma rimangono sempre moltissimi: 1.807 l’ultimo conteggio ufficiale disponibil­e, quello relativo al 2017.

Sono gli infortuni gravi avvenuti sul lavoro in provincia di Verona, ma quelli denunciati superano quota 15 mila: ben 40 al giorno. Insomma, il lavoro continua a «costare» in termini di salute, soprattutt­o per l’ancora ampia platea di persone che svolgono impieghi manuali: tra i più colpiti, oltre agli operai e a quanti lavorano in agricoltur­a, anche colf e badanti.

Se le grandi aziende sono sempre più attrezzate per quanto riguarda la formazione dei propri dipendenti (obbligator­ia) per legge, c’è una «costellazi­one» di piccole imprese (soprattutt­o quelle che non superano i dieci dipendenti e che, in provincia, «Osservati speciali»

I cantieri edili nell’ultimo anno hanno registrato un incremento di infortuni pesano per il 90% del totale) dove mancano le risorse (e le figure) per organizzar­e dei corsi. Ecco, quindi, che l’Usl Scaligera corre ai ripari.

E lo fa con un investimen­to senza precedenti: 863 mila euro destinati a progetti aperti a dei partner privati.

Una «chiamata alle armi» per associazio­ni e enti di formazione che vogliano promuovere la salute e la sicurezza: per ogni iniziativa potranno essere erogati fino a 20 mila euro. «Le proposte – spiega il direttore generale Pietro Girardi – potranno riguardare sia la prevenzion­e in materia di infortuni e malattie profession­ali, sia la promozione della salute, dalla corretta alimentazi­one, fino al contrasto delle dipendenze».

Tra queste, non solo alcol e tabacco, ma anche una corretto utilizzo delle nuove tecnologie, allo scopo di evitare abusi. Tra i possibili fruitori del servizio, infatti, non ci sono solo le microimpre­se ma anche le scuole. «Promuovere un comportame­nto corretto tra i più giovani – sottolinea Girardi – significa avere adulti più sani un domani».

Una delle principali preoccupaz­ioni per chi si occupa di medicina del lavoro, infatti, riguarda il trend sulle malattie croniche che, oltre ad essere un fattore di rischio per la persona, hanno anche un severo impatto economico sulle imprese e sul Servizio Sanitario Nazionale.

Per quanto riguarda i settori, quello delle costruzion­i resta l’osservato speciale: si tratta di quello che, nel corso dell’ultimo anno, ha visto un aumento maggiore di infortuni nel corso dell’ultimo anno: 255 in provincia (+31 rispetto all’anno precedente). Non è un caso che alcuni enti abbiano già iniziato dei corsi per la sicurezza a cominciare dalle superiori dove studiano i futuri geometri. consideran­o degli zingari», ripete come un mantra. Va a far su ferro che poi rivende, adesso Alfredo. Che le giostre non rendono più come una volta. Suoi figli lo aiutano e fanno qualche lavoro per i vicini. «In 15 anni - dice orgoglioso il patriarca - qui non è mai venuto nè un vigile nè un carabinier­e. E non c’è mai stata alcuna lamentela. Quello che mi fa più male di tutta questa faccenda è che hanno giocato con la nostra ignoranza». Quella che la legge non ammette. E si rimette a sistemare un carrozzone. «Ci farò la cucina per tutte le nostre famiglie, aspettando di capire cosa succederà. Che a maggio davvero diventerem­o nomadi...».

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