Corriere di Verona

Dentro la classe degli altri

Storie di riscatto e rinascita nella «scuola per adulti» Il romanzo della scrittrice bellunese Michela Fregona

- di Francesca Visentin

Un’altra possibilit­à. Una nuova vita per Teresa, Miscèl, Vito, Matteo, Anita, Goran e gli altri. Donne e uomini che possono ricomincia­re, o sperare nel futuro. E resistono, ogni giorno, per costruire il loro domani. Il riscatto, la nuova possibilit­à, è la scuola. Una scuola differente. Quella del Centro Territoria­le Permanente per l’educazione degli adulti, che la scrittrice e giornalist­a bellunese Michela Fregona racconta bene nel libro la classe degli altri (Apogeo editore 306 pagine, 15 euro).

Tanti anni di lavoro come insegnante, molti alunni, foto, elenchi, ricordi, fotocopie di temi, lettere, che Michela Fregona ha raccolto e poi, quando è nata l’ida del romanzo sostenuto dallo scrittore Giulio Mozzi con cui l’autrice organizza corsi di scrittura, ha concentrat­o in storie simbolo e nel percorso di due classi .

La classe degli altri per Michela è «il laboratori­o dell’umanità possibile». Un modo attualissi­mo e contempora­neo di concepire la scuola e l’insegnamen­to. «E’ la strada per diplomarsi a diventare l’esperienza collettiva che davvero conta».

«Un saggio archeologi­co di umanità», lo chiama Michela Fregona, dentro il libro è rappresent­ato tutto il mondo. Mamme con figli, ragazzi che stanno diventando adolescent­i, stranieri che hanno lasciato il loro Paese e hanno fame di rinascita. Lo scenario è Belluno e dintorni. Le storie nascono proprio da quelle realmente vissute da Fregona insegnante al Centro Territoria­le Permanente per l’educazione di Belluno.

«9 marzo 2006. Oggi compio 5123 anni: l’età di tutti i miei studenti, meno uno», scrive nella quarta di copertina.

Questa è una storia di resistenza quotidiana, sia per gli alunni che per l’insegnante. Perchè, come fa notare l’autrice, citando nella prima pagina alcune frasi di Alberto Munari: «L’apprendime­nto e il sapere sono sostanzial­mente sovversivi. Il nostro ruolo è creare contrabban­dieri capaci di pensiero libero».

Michela Fregona presenta il libro venerdì a Ponte nella Alpi nella sala Pro Loco (ore 18.30) e il 24 gennaio a Padova alla libreria Limerick, all’Arcella (ore 18.30).

Cosa ha lasciato l’insegnamen­to nel Centro per l’educaizone degli adulti?

«Quel senso di necessaria umanità che la scuola deve avere per essere definita scuola - spiega Michela Fregona - . Il libro parte dall’esigenza di raccontare il mondo della scuola, che è ricchissim­o. Io ho fatto la scelta di abbandonar­e il giornalism­o e avventurar­mi in questo mondo della scuola. Tutta la mia formazione è avvenuta lì»

Cosa può insegnare questo romanzo?

«Che ci sono molti insegnanti appassiona­ti e motivati, anche se non sono quelli che fanno notizia. Da almeno vent’anni i docenti sono finiti nel mirino. Si parla di scuola sono in maniera negativa, ma la buona scuola esiste. le storie di questi ragazzi lo dimostrano»

Come dovrebbe essere la scuola ideale?

«Dovrebbe essere una scuola in cui la classe insegnante è compatta, si sostiene reciprocam­ente. E trova anche la forza di dire alcuni «no» necessari. Nella scuola che vorrei le parole d’ordine sono inclusione e accoglienz­a, non competenze e tecnologia»

Gli insegnanti oggi come si sentono?

«Si sentono in trincea, hanno perso il ruolo costruttiv­o, che non viene loro quasi mai riconosciu­to. Non è un caso che stanno uscendo tanti libri sulla scuola scritti da insegnanti: c’è voglia di uscire dalle aule e fare sentire la propria voce».

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 ??  ?? L’educazione come crescita Sopra, Michela Fregona, scrittrice giornalist­a e insegnante. Vite vere in «la classe degli altri» (Apogeo)
L’educazione come crescita Sopra, Michela Fregona, scrittrice giornalist­a e insegnante. Vite vere in «la classe degli altri» (Apogeo)

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