Corriere di Verona

L’Hellas parte subito nel segno di Fabio Borini

Ufficiale il trasferime­nto al Napoli di Rrahmani, ma il difensore resterà fino a giugno

- Fontana

Ed è subito Borinaldo. L’Hellas si prende un punto a Bologna e si tiene dentro pure il rammarico per avere soltanto sfiorato il colpo del sorpasso, nel finale di gara al Dall’Ara. Grande protagonis­ta è l’ultimo acquisto gialloblù, quel Fabio Borini che del Bolognese è originario (è nato a Bentivogli­o, paese a una ventina di chilometri dal capoluogo) e che al Bologna non fa mai sconti. Prima di tornare a segnare, domenica, il precedente gol messo a referto da Borini risaliva al 2-1 del 6 maggio scorso, a San Siro, quando vestiva la casacca del Milan. Sua, infatti, fu la rete del provvisori­o 2-0. Attenzione, perché Borini nel Bologna c’è anche cresciuto, passando dal vivaio del club e restandoci da quando aveva dieci anni, nel 2001, finché il Chelsea, nel 2007, non lo portò in Inghilterr­a, individuan­do nel ragazzo le qualità del talento.

Quel che più conta per il Verona (che ieri ha ufficializ­zato il trasferime­nto di Amir Rrahmani al Napoli da luglio, fino ad allora il difensore kosovaro rimarrà in prestito all’Hellas) è, però, che l’attaccante abbia potuto festeggiar­e immediatam­ente, da poco entrato, la firma sul pareggio, con un balzo di testa per sorprender­e Mbaye e il fin lì all’apparenza insuperabi­le Skorupski. Sono girate le scatole ai tifosi bolognesi, che hanno visto la propria squadra in pieno controllo della gara per un tempo per poi smorzarsi, fino a spegnersi del tutto nel momento in cui è rimasta in dieci per l’espulsione di Bani. Hanno fatto festa grande gli oltre 1300 cuori gialloblù presenti in curva San Luca, che si sono gustati la prima esultanza alla Borini: mano morsicata, a simboleggi­are il coltello tra i denti, come dire che lui non molla mai.

Niente di più adatto al Verona di Ivan Juric, che ha segnato sette degli ultimi otto gol nel secondo tempo, recuperand­o spesso il risultato, dal 3-3 con il Torino al 2-1 con il Genoa, fino all’1-1 del Dall’Ara. E Borini si gode il momento: «Sono venuto a Verona e ho fatto una scelta coraggiosa, perché poteva essere molto più semplice restare dov’ero e aspettare la fine del contratto con il Milan. Ma io non sono fatto così ed eccomi all’Hellas. Presentars­i in questo modo è bellissimo. Il gol è per mia figlia, lo dedico a lei, e per lei gioco con la maglia numero 16: ricorda il giorno della sua nascita (la piccola si chiama Stella, la mamma Erin, moglie di Fabio,

è inglese, ndr)», le sue parole.

Fabio Borini da Bentivogli­o e da Londra, da Swansea e da Roma, da Sunderland e Liverpool e da Milano, abbraccia il Verona, saluta una nuova esperienza, un accordo di sei mesi con l’Hellas battezzato con quell’incornata che ha mandato in orbita i gialloblù, e poco c’è mancato che non venisse doppiata da uno spettacola­re tiro a giro che ha guardato da vicino l’incrocio della porta del Bologna, con la partita che già s’immergeva nel lungo recupero. Chi ben comincia è a metà dell’opera, suggerisce un classico adagio popolare, mentre la sintonia con Ivan Juric, che insieme al direttore sportivo Tony D’Amico ha convinto Borini a dire di sì all’Hellas, preferendo­lo ad altre soluzioni (c’era il Genoa), è stata immediata: «Ha il grande pregio della chiarezza, cosa rara nel calcio di oggi. Con un uomo così riesci a dare di più», spiega Borini.

Sì, ora è davvero pronto per stupire.

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 ?? (foto Hellas) ?? Terza sconfitta Il 3-0 subito nel weekend dal Verona Women per mano dell’Inter è costato la panchina ad Bonazzoli
(foto Hellas) Terza sconfitta Il 3-0 subito nel weekend dal Verona Women per mano dell’Inter è costato la panchina ad Bonazzoli

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